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Google ha finanziato organizzazioni che negano i cambiamenti climatici

La rivelazione arriva dal The Guardian, secondo il quale il gigante dei motori di ricerca ha contribuito con fondi di entità non precisata alla causa di numerose associazioni, comprese alcune organizzazioni che tra i propri obbiettivi annoverano la lotta contro la regolamentazione delle emissioni.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Il gigante delle ricerche Google è uno dei colossi della Silicon Valley più attivo nel sottolineare pubblicamente l'importanza di politiche per il contrasto del cambiamento climatico, ma dietro alla facciata green della società si nascondono finanziamenti a numerosi gruppi che invece la pensano in modo diametralmente opposto: a denunciarlo è un articolo del The Guardian, nel quale viene sottolineato come Google abbia sostenuto economicamente più di una dozzina di organizzazioni che negli anni si sono schierate contro gli sforzi per fermare i cambiamenti climatici e a favore delle teorie negazioniste.

L'informazione in realtà è pubblica e contenuta all'interno di un documento messo a disposizione dalla stessa società, che ha già risposto all'articolo del The Guardian con una precisazione: Google — ha affermato un suo portavoce — sostiene economicamente "organizzazioni di ogni tipo di provenienza politica che si battano a favore dell'avanzamento tecnologico". Non si tratta di una posizione inedita: con i propri fondi Google e numerose altre società cercano di influenzare organizzazioni riferite a entrambi gli schieramenti politici, per avere più possibilità di vedere trattati con favore gli argomenti che stanno loro a cuore; questo significa mantenere buoni rapporti anche con i gruppi non si condividono interamente gli obbiettivi.

Google non ha rivelato quanto denaro abbia donato a queste associazioni, limitandosi a inserirle in una lista di soggetti che hanno ricevuto contributi "sostanziali" insieme a numerosi altri gruppi che invece sostengono la lotta contro il riscaldamento globale. Su temi come il cambiamento climatico però non esiste una zona grigia — sia perché la questione è di importanza cruciale per il futuro del pianeta e di chi ci abita, sia perché il consenso scientifico che ne afferma l'esistenza e la gravità è schiacciante: aver finanziato un gruppo come il Competitive Enterprise Institute, che era a favore dell'uscita degli USA dai trattati di Parigi, avrà inevitabilmente delle ripercussioni sull'immagine della società.

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