Due miliardi di utenti, dei quali solo quattro milioni attivi. Sono gli allarmanti dati riguardanti Google+, il social network introdotto nel 2011 dall'azienda di Mountain View, pubblicati dal blogger Edward Morbius e confermati da Kevin Anderson.
Google non ha mai rilasciato i dettagli relativi ai numeri del suo social network – i due blogger hanno dovuto utilizzare strumenti di terze parti – e a giudicare dai risultati della ricerca il motivo è chiaro. Sebbene Google+ possa contare su circa 2,2 miliardi di profili, un netto vantaggio persino su Facebook (1,3 miliardi), solo il 9% di essi ha pubblicato almeno un contenuto sul proprio profilo. E, ancora, il 37% di questi ultimi ha come ultima attività un commento ad un video di YouTube, mentre l'ultima azione dell'8% degli utenti "attivi" è il cambio dell'immagine di profilo.
Impietoso anche il dato relativo alle attività recenti: solo il 6% degli account che almeno una volta hanno pubblicato un contenuto sono risultati attivi nel 2015. Ma di questi solo la metà, il 3%, non sono commenti a YouTube.
Google+ sembra essere diventata una vera e propria landa desolata, composta da account creati perché imposto da Google al momento della registrazione di un nuovo device o dell'installazione di un software, ma mai utilizzato attivamente.
Nel 2015 solo lo 0,3% di tutti i profili registrati a Google+ ha postato qualcosa: circa 4 milioni di utenti. Un dato che non comprende i post privati, i commenti o l'attività di coloro i quali preferiscono "osservare" e basta. Ciò non toglie che, allo stato attuale delle cose, Google+ sia un fallimento.
E così da ormai diversi mesi Google combatte contro lo scetticismo della rete. "È una scommessa a lungo termine" aveva rassicurato David Besbris appena preso il comando del progetto. Senza divulgare numeri. Cosa che non stupisce, visto che, secondo Morbius, sono circa 367.000 gli utenti attivi quotidianamente su Google+. I restanti due miliardi, invece, restano (e probabilmente resteranno) immobili.
