Google abbandona la Russia. In seguito alle sempre più pressanti restrizioni della libertà sul web, l'azienda di Mountain View ha deciso di chiudere i propri uffici nel paese. Una decisione presa anche in previsione della legge in arrivo il prossimo anno e che colpirà proprio le aziende straniere.
Grazie a questa legge il governo obbligherà le organizzazioni ad immagazzinare i dati d'accesso degli utenti su server russi, una mossa che, secondo i critici, renderà più difficile operare nel paese e allo stesso tempo faciliterà il lavoro ai servizi segreti russi, notoriamente in grado di monitorare tutto il traffico di dati domestico.
Un portavoce di Google Russia ha rifiutato di commentare il perché della chiusura. "Siamo profondamente legati ai nostri utenti russi e gli abbiamo dedicato un team di supporto per aiutarli" ha spiegato l'azienda. Gli unici apparati che rimarranno attivi nel paese saranno quelli dedicati al supporto e al marketing.
Non è un buon momento per internet in Russia; Vladimir Putin ha da sempre definito il web come un progetto della CIA, scoraggiandone l'utilizzo tra i membri del governo. Un'altra legge, entrata in vigore quest'anno, impone ai blogger con più di 3.000 seguaci di registrare le proprie informazioni personali, una mossa vista come un'azione intimidatoria ai danni dell'unico mezzo con il quale diffondere il dissenso nei confronti del governo.
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In questo scenario Google ha più volte criticato l'approccio restrittivo del paese. L'anno scorso Eric Schmidt, presidente del consiglio d'amministrazione di Google, si era detto preoccupato dal fatto che la Russia stesse cominciando a copiare la censura web attuata dalla Cina. Nel paese asiatico Google ha chiuso il motore di ricerca nel 2010, dopo aver smesso di cooperare con il governo.
La chiusura degli uffici di Google non è una prima volta per la Russia: a settembre anche Adobe ha abbandonato il paese chiudendo gli uffici. Secondo le notizie del tempo, l'azienda americana non è riuscita a rispettare le nuove regolamentazioni russe e a chiudere molti accordi commerciali a causa delle sanzioni occidentali nei confronti del paese.
