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Google non consentirà più di utilizzare Flash negli annunci pubblicitari

Manca poco alla morte di Flash, un formato ormai ripudiato persino da Adobe, l’azienda che lo ha creato. Dopo innumerevoli casi di rifiuto, anche Google ha annunciato di voler eliminare il supporto al codec da tutti i suoi annunci pubblicitari.
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A cura di Marco Paretti
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Manca poco alla morte di Flash, un formato ormai ripudiato persino da Adobe, l'azienda che lo ha creato. Dopo innumerevoli casi di falle nella sicurezza, lo standard ha subito un generale rifiuto che sta portando il web ad eliminare man mano il supporto al codec. Google, che già aveva annunciato di voler bloccare automaticamente gli annunci in Flash attraverso il suo browser Chrome, ha ora deciso di impedire di utilizzare il formato all'interno dei suoi banner pubblicitari diffusi in tutto il web. A partire dal 30 giugno di quest'anno, i servizi AdWords e DoubleClick non consentiranno agli utenti di caricare annunci in Flash, mentre dal 2 gennaio del 2017 ogni tipo di banner basato su questo supporto sarà bandito.

Gli utenti, quindi, potranno utilizzare solo l'HTML5 per le proprie campagne pubblicitarie, un formato fortemente spinto da Google nel corso degli ultimi anni anche grazie al prematuro supporto di YouTube. A Flash resta ormai solo il 6% dei video presenti online, un dato in costante calo che indica chiaramente l'avvicinarsi della sua fine. Che, secondo gli analisti, potrebbe arrivare entro due anni. Sicuramente il termine completo del supporto da parte di Google costituirà uno degli ultimi colpi mortali che, nel 2017, porteranno alla scomparsa di Flash.

Adesso si tratta quindi di trovare un nuovo standard più efficiente e sicuro. Tra le proposte più promettenti troviamo l'H.264, che attualmente caratterizza il 72% dei video online. Anche questo, però, è un formato vecchio e attivo da ormai 13 anni. WebM sembrerebbe essere destinato a trasformarsi nel prossimo grande fenomeno dei codec video, con ad oggi il 12% del mercato e una forte base condivisa con l'HTML5. Il restante H.265 (o HEVC), definito dalla The International Telecommunications Union come il successore dell'H.264, non ha ancora preso piede sul web, fermandosi al 6% del mercato totale.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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