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Google, programmatore assunto tramite il motore di ricerca

La storia di Max Rosett, un giovane programmatore che da qualche mese è entrato a far parte del team di Google dopo aver utilizzato il celebre motore di ricerca per cercare una soluzione ad un problema riscontrato con il codice a cui stava lavorando.
A cura di Matteo Acitelli
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Google Uffici

Google è il luogo di lavoro più desiderato dagli studenti universitari americani, il sogno di tutti gli sviluppatori e programmatori. I vertici dell'azienda del noto motore di ricerca richiedono una preparazione eccellente per poter accedere agli uffici della sede di Mountain View e le assunzioni richiedono numerosi test e colloqui. Tra questi di recente è trapelata la storia di Max Rosett, un giovane programmatore che da qualche mese è entrato a far parte del team di Google.

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Come riportato dal portale The Hustle, il giovane è riuscito ad entrare in contatto con i vertici dell'azienda proprio utilizzando il noto motore di ricerca. Il programmatore si trovava su Google per cercare una soluzione ad un problema riscontrato con il codice a cui stava lavorando. Digitando sul motore di ricerca la stringa "python lambda function list comprehension", tra i risultati di ricerca è apparso uno strano box in cui si leggeva "Parli la nostra lingua. Pronto per una sfida?". Il team di Mountain View ha quindi proposto un test d'assunzione a Rosett che subito dopo aver letto il messaggio a cliccato curioso sulla voce "Voglio giocare", un link che lo ha portato all'interno della pagina google.com/foobar, già utilizzata in passato da Google per mettere alla prova i potenziali nuovi collaboratori.

Il programmatore è riuscito a superare tutti i test proposti dall'azienda ed è stato invitato ad un colloquio nella sede di Mountain View dove ha passato un'intera giornata di test che si sono conclusi con l'assunzione del ragazzo. Come spiegato dal neoassunto: "Foo.bar rappresenta una brillante strategia di reclutamento. Google lo ha utilizzato per identificarmi ancor prima che io mi proponessi e questo mi ha fatto sentire importante. Al tempo stesso, ha rispettato la mia privacy e non mi ha chiesto esplicitamente alcuna informazione personale".

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