Google riconosce la Palestina nel proprio motore di ricerca
Sono passati cinque mesi dall'approvazione da parte dell'ONU ed oggi Google ha deciso di eliminare la scritta "Territori Palestinesi" e porre Palestina, riconoscendo in qualche modo il territorio e la nazione. Una decisione forte che non ha potuto che animare le autorità israeliane ma che giunge come conseguenza di una lunga procedura che riconobbe l'Anp come Stato "osservatore non membro". Un cambiamento che sembra aver sorpreso e non di poco le autorità di Israele.
La scritta comparsa da pochissimi giorni è frutto della solita ricerca e documentazione che Google ed i propri dipendenti eseguono ogni qualvolta devono aggiornare i portali di ogni paese del mondo. Per la Palestina, come spiega il portavoce di Google, Nathan Tyler, sono al solito state consultate una serie di fonti e di autorità. In questo caso è stato deciso di considerare le decisione dell'Onu, dell'Icann (garante dei nomi per i domini internet) e dell'Iso (Organizzazione internazionale per la standardizzazione), oltre ad altre organizzazioni internazionali.
Lo stato di Israele, oltre che colpito e sorpreso, sembra aver dato non molta importanza alla scritta in senso reale. Il portavoce, Palmor, ha infatti dichiarato come una semplice scritta su di un sito web non possa rendere veritiera ed ufficiale la realtà. E continua dichiarando che Google non è un'entità politica o diplomatica, per cui può chiamare tutto con qualunque nome. Ma ciò non ha significato diplomatico, né politico. Oltre a questo però, il portavoce, sembra attaccare in qualche modo il colosso di Mountain View invitando tutti gli organi preposti a tale scopo, ad interrogarsi sul motivo per cui un'azienda privata come Google abbia deciso di irrompere in un territorio decisamente politico ed internazionale, in maniera per certi versi anche controversia.
Reazioni da tutto il mondo alla vista della nuova scritta sul motore di ricerca. In primis felicità per il cambiamento giungono da Martin Eiermann, codirettore della rivista tedesca The Europoean che tramite un post su Twitter afferma: "Un piccolo passo verso la creazione di uno Stato palestinese. Oggi: cambia la semantica di Google". Secondo Elias Groll, giornalista della rivista americana Foreign Policy, "il cambiamento è ovviamente minimo, ma nel contesto politico del Medio Oriente, la decisione di Google può essere brandita come una vittoria dai difensori dello Stato palestinese".
Il cambiamento va nella direzione giusta. Un risultato positivo del voto delle Nazioni Unite. Ora speriamo che Google Maps inizi anche a mostrare al mondo i territori confiscati da Israele.
Il consigliere del presidente palestinese Mahmoud Abbas per Internet e le telecomunicazioni, Sabri Saïdam