Google userà il tuo telefono Android come sismografo contro i terremoti
L'arrivo di un terremoto è praticamente impossibile da prevedere, motivo per cui un sistema di allerta veloce ed efficace è fondamentale per attutire l'impatto che possono provocare questi eventi catastrofici. Per questo nel corso dei prossimi mesi Google ha intenzione di attivare un sistema di rilevamento e allerta tra i più ambiziosi mai sperimentati: una sorta di sismografo globale che per le rilevazioni utilizzerà gli accelerometri inclusi di serie all'interno degli smartphone con sistema operativo Android.
L'annuncio è arrivato dalla stessa Google, che ha intenzione di articolare il suo piano in tre fasi. Nella prima fase i telefoni Android verranno utilizzati semplicemente come sistemi di allarme: un aggiornamento del sistema operativo li metterà a diretto contatto con i sistemi di rilevamento già esistenti e basati sui comuni sismografi, e nel caso di una scossa potranno avvisare i proprietari delle precauzioni da prendere attraverso una notifica prioritaria. Nella seconda e la terza fase i telefoni funzioneranno invece da rilevatori che invieranno a Google informazioni utili a capire quando sta per verificarsi una scossa di terremoto.
Lo smartphone diventa un sismografo
All'interno di tutti gli smartphone è presente un sensore chiamato accelerometro: la componente percepisce i movimenti del dispositivo e viene normalmente utilizzata per ruotare l'orientamento dello schermo in concomitanza con l'inclinazione del telefono. Questi sensori possono però essere molto sofisticati e, stando a Google, riescono a rilevare con precisione micro vibrazioni provenienti dal terreno che possono annunciare l'arrivo di una forte scossa di terremoto.
Il problema è che i dati provenienti dagli accelerometri degli smartphone possono essere ingannevoli, se presi singolarmente: urtare accidentalmente il tavolo sul quale è riposto il proprio gadget attiva l'accelerometro in modo simile a quanto farebbe una scossa di terremoto. La soluzione ideata da Google prevede dunque di confrontare i dati provenienti da tutti i telefoni di una determinata zona: se gli accelerometri riportano tutti delle rilevazioni coerenti e compatibili con il grafico di una scossa di terremoto, il sistema può concludere che ci si trova in presenza di un sisma, e agire di conseguenza.
Il sistema però va allenato, motivo per cui nella seconda fase del progetto avviato da Google non invierà delle notifiche, ma si limiterà a un comportamento meno invasivo: proporrà nel motore di ricerca una finestra di dialogo con l'avviso di una possibile scossa di terremoto rilevata nelle vicinanze; l'utente avrà poi modo di confermare l'ipotesi oppure no, contribuendo così alla segnalazione. In questa fase gli algoritmi deputati ad aggregare le segnalazioni saranno raffinati e allenati a scartare i falsi positivi, e una volta pronti daranno il via alla terza fase del progetto.
Solo a questo punto il sistema di rilevamento sarà abbastanza preciso da permettere a Google di inviare vere e proprie notifiche agli smartphone nella zona, come quelle introdotte nella prima fase del progetto e generate dai sismografi sul territorio. La soluzione dovrebbe essere in grado di agire in pochi secondi e dare alla popolazione colpita il vantaggio di potersi mettere al riparo prima che eventuali onde distruttive inizino ad arrecare danni alle abitazioni.
La privacy
Un sistema del genere ha vantaggi innegabili: dal momento che utilizza prodotti già nelle tasche di centinaia di milioni di persone è distribuito su tutto il pianeta, e non necessita di intervento umano né per rilevare le scosse né per diramare gli allarmi, che per la stessa ragione possono essere recapitati direttamente a quasi tutti gli interessati prima ancora che le comunicazioni cellulari vengano compromesse dalle scosse. Lato privacy gli sviluppatori di Android assicurano che il sistema non raccoglierà dati personali: quel che serve ai fini del rilevamento è soltanto la posizione approssimativa (non quella del GPS insomma) unita alle informazioni dell'accelerometro; tutto il resto non viene raccolto dai server di Google. In ogni caso ognuno sarà libero di aderire all'iniziativa oppure no, quando l'aggiornamento sarà reso disponibile.