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Google verserà ad Apple 9 miliardi di dollari per restare sui dispositivi della mela

9 miliardi di dollari per restare nei dispositivi della mela. È la cifra che Google verserà ad Apple nel corso del 2018 per mantenere il suo motore di ricerca la scelta predefinita all’interno del browser Safari.
A cura di Marco Paretti
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9 miliardi di dollari per restare nei dispositivi della mela. È la cifra che Google verserà ad Apple nel corso del 2018 per mantenere il suo motore di ricerca la scelta predefinita all'interno del browser Safari. L'indiscrezione è stata rivelata dell'analista Rod Hall di Goldman Sachs e si basa su un accordo attivo da diversi anni tra le due aziende ma mai reso ufficialmente pubblico, se non all'interno delle carte pubblicate durante la battaglia legale di Oracle contro Big G, dove si faceva riferimento all'accordo relativo al 2014 nel quale Google aveva pagato ad Apple un miliardo di dollari.

L'accordo per il 2018, però, indica un trend in crescita: la cifra di 9 miliardi di dollari è la più alta finora, in forte aumento rispetto ai 3 miliardi pagati nel 2017. Un elemento che nel corso dei prossimi anni potrebbe salire ulteriormente: le stime per il 2012 sono che l'accordo costerà a Google 12 miliardi di dollari. D'altronde per l'azienda di Mountain View è fondamentale mantenere una posizione di rilievo all'interno di dispositivi che comunque vendono milioni di unità tutti gli anni. E non riguardano solo gli iPhone: Google è il motore di ricerca predefinito anche su iPad e Mac.

Quella di Big G è quindi di fatto una tassa per mantenere la propria posizione all'interno dei prodotti della concorrenza, impossibili da ignorare visti i numeri che li caratterizzano. Un approccio giustificato anche dai dati in mano a Google: le stime indicano che il 50 percento dei ricavi pubblicitari vengono generati proprio all'interno dei dispositivi iOS. "Siamo convinti che Apple rappresenti uno dei più grandi canali di acquisizione di traffico per Google" spiega l'analista, sottolineando che Safari rappresenta ancora una scelta quasi obbligata nonostante la diffusione del browser proprietario Chrome, lanciato 10 anni fa.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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