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HP taglia 7000 posti di lavoro in Europa

L’azienda di Palo Alto pianifica nuovi tagli nel Vecchio Continente nel settore Enterprise, ma i sindacati temono un trattamento differenziato rispetto Stati Uniti ed Asia.
A cura di Daniele Cretella
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Nuovi tagli in vista per HP. Che l'azienda fondata da Bill Hewlett e David Packard non navigasse buone acque era già noto da tempo. Soltanto l'anno scorso, infatti, il consiglio di amministrazione dell'azienda aveva votato a favore di una decisa "ridistribuzione delle risorse" che avrebbe mandato a casa circa 27.000 dipendenti in tutto il mondo entro la fine del 2014.

Ma è nelle ultime ore che i bilanci sembrerebbero essersi aggravati per ciò che riguarda il Vecchio Continente. Secondo quanto riportato dal quotidiano The Register, infatti, HP sarebbe pronta ad operare un taglio di 7.095 unità lavorative in Europa, delle quali circa 6.000 nella divisione Enterprise Services (che conta circa 35.000 dipendenti) e la restante parte in quella Customer Delivery Services.

Si tratterebbe di una situazione aggravata almeno del 15% rispetto alle stime avanzate soltanto 12 mesi fa ed i sindacati sembrerebbero essere alla ricerca di una mediazione per far si che le previsioni siano rispettate. In particolare, i sindacalisti temono che l'azienda stia dato priorità ai lavoratori dell'America Settentrionale e dell'Asia a discapito di quelli Europei, anche se a al momento non ci sarebbero elementi a supporto di tale tesi.

I tagli in Europa dovrebbero riguardare in gran parte casi di prepensionamento e di "cassa integrazione", mentre sembra essere ancora realistica l'ipotesi di una conversione delle mansioni per alcune migliaia di unità lavorative. La "ridistribuzione delle risorse" da parte di HP sembrerebbe essere destinata in maniera quasi esclusiva a nuovi investimenti nell'innovazione, campo nel quale l'azienda ha perso parte del suo peso a livello internazionale nel corso degli ultimi anni.

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