Huffington post: i grandi progetti del blog n.1 della classifica Technorati
Per chi non lo sapesse, l'Huffington Post è un blog fondato nel 2005 dalla giornalista Arianna Huffington e che, nel giro di pochi mesi, è diventato un punto di riferimento dell'informazione online, scalando le classifiche dei blog più amati fino a raggiungere la prima posizione della celebre classifica di Technorati, uno dei motori di ricerca dedicato al mondo dei blog che ne indicizza più di 20 milioni. Ma che cos'ha reso grande l'Huffington Post? Che cosa ha offerto al popolo della rete più di altri?
Ci sono due ragioni del successo dell'Huffington: una tecnica e l'altra contenutistica. Occupiamoci prima dell'aspetto tecnico, che consiste nell'ideazione di un sistema in grado di offrire al sito un'ottima indicizzazione nei motori di ricerca. Il metodo in questione è stato definito "diabolicamente brillante" dal Nieman Journalism Lab e consiste nel presentare ogni articolo in due distinte versioni, identiche nella sostanza ma con titoli diversi. Dopo qualche minuto di sperimentazione, il sistema sceglie il titolo che ha attirato più visitatori e lo rende definitivo.
Brillante, no?
L'altra ragione è di tipo contenutistico, basti pensare che il blog ha vinto -nel 2006 e nel 2008- il Webby Award come miglior blog politico; è stato eletto "blog più potente al mondo nel 2008" dall'Observer e risulta secondo in classifica nella top 25 dei migliori blog del 2009 stilata dal Time Magazine. Tra le firme che hanno attraversato le pagine dell'Huffington Post ricordiamo: Barack Obama, Hillary Clinton, Michael Moore, Madonna, Larry David, Nora Ephron e Nancy Pelosi; insomma un team di "redattori" piuttosto influente, tanto da portare le visite del blog a 9 milioni di visitatori unici al mese nel 2009, con introiti pubblicitari che si assestano tra i 12 e i 16 milioni di dollari.
I dipendenti del blog, al momento, sono 89, mentre sono oltre 3000 i blogger volontari, a dimostrazione di quanto conti il solo fatto di poter scrivere per l'Huffington Post al di là della remunerazione. Arianna Huffington, dal canto suo, può ben dire di aver vinto una grandissima scommessa, arrivando ad essere considerata la dodicesima persona più influente del mondo mediatico secondo l'annuale classifica di Forbes e quarantaduesima per il The Guardian.
I progetti per il futuro di questa importante testata giornalistica sono molto chiari e, ancora una volta, decisamente innovativi rispetto al desolante panorama mediatico che vede i vecchi media all'affannosa ricerca di modi nuovi per vendere prodotti obsoleti. La linea guida dei prossimi mesi viene spiegata dal CEO dell'Huffington Post, Eric Hippeau, sulle pagine di mashable.com: "il nostro obiettivo è quello di portare la gente a comprare il giornale, nel suo complesso, e non la versione cartacea, poi quella per iPad eccetera. Vogliamo rendere sempre più facile per i consumatori pagare una tantum ed usufruire del prodotto ovunque essi vogliano, attraverso qualunque device".
Naturalmente, un modello del genere è destinato ad attirare sempre più le nuove generazioni, che già stanno tributando al blog un successo maggiore di quello riservato -ad esempio- al New York Times. Che cosa dobbiamo aspettarci, quindi, dall'Huffington nel prossimo futuro? Quel che è certo è che il modello creato dal blog statunitense è destinato ad infettare tutti coloro che si occupano di informazione online.