10 anni di Bitcoin, la criptovaluta che vuole cambiare il mondo
Era il 31 ottobre del 2008 quando Satoshi Nakamoto, il cui nome reale è sempre rimasto un mistero, ha pubblicato il manifesto del Bitcoin, un documento dal titolo "Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System" che ha dato vita a quella che tutti oggi conoscono come criptovaluta. Di Nakamoto non si è mai saputo nulla, la sua figura venne fuori nel 2014 grazie alle indagini di una giornalista del Newsweek, Leah McGrath Goodman, ma la sua invenzione, la moneta virtuale, in questi dieci ha visto crescere a dismisura la sua popolarità. E soprattutto, la sua volatilità. L'idea di Nakamoto, come spiegato nel suo documento, considerata la "bibbia del Bitcoin", era quella di creare "una versione puramente peer-to-peer di denaro elettronico che permetterebbe di spedire direttamente pagamenti online da un'entità ad un'altra senza passare tramite un'istituzione finanziaria". Questa ha rappresentato per molti l'essenza del concetto della disintermediazione totale, un valore che, per certi versi, ha finito per marcare in più occasioni la forte volatilità della valuta stessa. La nascita del Bitcoin significa anche la nascita della blockchain di cui tanto oggi si parla, la tecnologia che sta alla base della creazione della moneta virtuale.
Dopo la pubblicazione del documento che sanciva la nascita del Bitcoin, la prima vera transazione con la moneta virtuale avviene qualche mese più tardi, il 12 gennaio del 2009, quando Nakamoto compie una transazione insieme a Hal Finney, operazione oggi registrata nel blocco 170. Il 12 ottobre dello stesso anno, Martti Malmi, uno sviluppatore di software finlandese, invia 5.050 bitcoin per 5,02 dollari a NewLibertyStandard, uno dei frequentatori abituali di un forum di bitcoin. La transazione avviene con PayPal. I bitcoin sono usati per seminare un nuovo sito di scambio bitcoin chiamato New Liberty Standard. La valuta ottiene un valore di 1.309 dollari.
Il cammino dei Bitcoin prosegue e nel maggio del 2010 avviene il primo acquisto di beni attraverso Bitcoin, lo effettua lo sviluppatore di software Laszlo Hanecz che acquista due pizze per 10.000 bitcoin. Il 17 luglio dello stesso anno nasce Mt.Gox, quello che diventerà il più grande sito di scambio di bitcoin, andato poi in bancarotta nel 2014, non senza pesanti conseguenze. Nel febbraio di quell'anno, un gruppo di hackers viola il sito e ruba 850 mila bitcoin, l'equivalente di mezzo miliardo di dollari e 28 milioni di dollari in contanti. Si tratta del più grande furto di monete virtuali mai realizzato prima, un episodio che mise al centro i grandi rischi a cui sono esposti i principali attori che operano in un settore ancora non adeguatamente regolamentato.
Ma è a fine 2017 che esplode il fenomeno Bitcoin, quando la valuta raggiunge il valore di 19.666 dollari per un Bitcoin, il valore schizza del 1.300%. A metà di quest'anno invece la moneta virtuale perde un po' del suo valore, anche per una crescente attenzione normativa operata più o meno in tutti i paesi del mondo. Ed è ancora molto aperto il dibattito su come regolare il fenomeno a livello globale. Ad oggi il valore di 1 Bitcoin è di circa 5.700 euro. Di recente uno studio ha rivelato che la produzione del Bitcoin è così energivora che potrebbe addirittura spingere l'innalzamento della temperatura globale a 2 gradi centigradi nel giro di 15 anni, superando quindi il limite fissato a livello internazionale dall'accordo di Parigi sul clima.