Da qualche tempo su WhatsApp è possibile eliminare i messaggi inviati per errore, una funzionalità gradita che aiuta ad evitare problemi e incomprensioni. Su Messenger questo non è possibile. O meglio, non è possibile per gli utenti normali. Già, perché a quanto pare Mark Zuckerberg e altri top manager del social network possono contare su una funzionalità in grado di eliminare i messaggi inviati dopo un determinato lasso di tempo. Lo ha rivelato TechCrunch, sottolineando come la misura di sicurezza sia stata presa in seguito al massiccio attacco hacker che ha colpito Sony nel 2014. La contromisura, però, è stata presa in segreto, elemento che, soprattutto alla luce degli ultimi scandali, non mette Facebook in una buona luce. Così il social ha deciso di consentire a tutti di accedere alla funzione.
Nel corso degli ultimi mesi la funzionalità di eliminazione dei messaggi inviati sarà quindi estesa a tutti gli utenti, come confermato da Facebook nel corso del weekend. "Abbiamo parlato di questa funzione più volte" ha spiegato un portavoce di Facebook. "Ora la renderemo disponibile per tutti. Potrebbe volerci del tempo. Fino a quando questa funzione non sarà disponibile per tutti, non cancelleremo più i messaggi dei manager. Avremmo dovuto farlo prima, scusateci se non lo abbiamo fatto". Non è però ancora chiaro il funzionamento della novità, almeno nella sua forma più diffusa. I messaggi dei top manager scomparivano semplicemente dalle chat, ma il social potrebbe decidere di utilizzare lo stesso approccio adottato su WhatsApp, dove il testo viene sostituito dalla notifica "Questo messaggio è stato cancellato".
La corsa ai ripari di Facebook deriva dal fatto che l'eliminazione dei messaggi inviati dai manager dell'azienda, nonostante le comprensibili motivazioni legate alla protezione dei dati sensibili, non è stata comunicata all'utenza e non viene specificata nei termini di servizio del social, dove gli unici contenuti che possono essere eliminati sono legati ad elementi in contrasto con gli standard della comunità. Un approccio che secondo molti rappresenta una nuova violazione della fiducia degli utenti.