I nuovi Samsung Galaxy S10 hanno fino a 6 fotocamere: ecco a cosa servono
Una delle caratteristiche più interessanti dei nuovi smartphone Galaxy S10 annunciati ieri è il comparto fotografico, rinnovato sia dal punto di vista dei sensori utilizzati che della quantità di questi ultimi. Galaxy S10 Plus arriva a ospitare a bordo ben cinque unità fotografiche, mentre il modello S10 5G, che non vedrà la luce prima di questa estate, porta il conteggio totale addirittura a sei fotocamere. Per capire può essere utile analizzarle una per una — un compito che la casa coreana ha reso piuttosto semplice dotando l'abbordabile Galaxy S10e di un totale di tre sensori, andando poi ad aggiungere una unità per ciascun modello salendo verso il più evoluto della serie.
Il comparto fotografico posteriore di Galaxy S10e vanta innanzitutto un sensore principale da 12 Mpixel, con obbiettivo a doppia apertura (f/1.5-2.4) e stabilizzato otticamente. Questa unità è in comune a tutti i modelli del dispositivo, ed è quella incaricata di scattare la maggior parte delle foto: al livello di apertura minore può catturare immagini più dettagliate, mentre a quello maggiore immagazzina più luce anche nelle condizioni di luce difficili. La stabilizzazione ottica dell'obbiettivo inoltre permette al sensore di effettuare scatti ad esposizione più lunga senza che la foto risulti mossa, ma anche di catturare video più stabili.
L'obbiettivo posteriore secondario è una unità da 16 megapixel corredata da un obbiettivo fisso grandangolare con un campo visivo di 123 gradi. Anche questa fotocamera è in comune con tutti gli altri modelli e permette di scattare foto a effetto, vistosamente distorte ma in grado di contenere al proprio interno più elementi di quelli che è in grado di catturare il sensore principale.
La fotocamera frontale di Galaxy S10e, sempre in comune a tutti i dispositivi, è invece una unità da 10 megapixel con obbiettivo f/1.9 provvista di autofocus: una soluzione più evoluta di molte già presenti sul mercato, che permette di scegliere quale elemento dell'immagine mettere a fuoco.
Sulla variante standard di Galaxy S10, Samsung ha aggiunto alle unità già presenti su S10e una fotocamera posteriore dedicata agli ingrandimenti — qualcosa di già visto sui modelli dell'anno scorso. Il sensore ha una risoluzione da 12 Mpixel ed è abbinato a un teleobbiettivo zoom 2x con apertura f/2.4 e stabilizzazione ottica, che in questo caso serve più che mai: riprendere e ingrandire soggetti lontani richiede infatti una mano particolarmente ferma, e il meccanismo implementato ammortizza i micromovimenti involontari.
Galaxy S10 Plus sfrutta lo stesso comparto fotografico di Galaxy S10, aggiungendo sul lato anteriore un sensore da 8 Mpixel con apertura f/2.2 e autofocus dedicato solamente alla percezione della distanza di soggetti e sfondo. Questa unità dovrebbe aiutare la fotocamera frontale principale a scattare foto in modalità ritratto e ad applicare effetti in realtà aumentata più convincenti. Si tratta di un approccio diverso rispetto a quello di produttori come Google, che hanno sfruttato un doppio sensore anteriore per obbiettivi grandangolari.
Chiude la rassegna Galaxy S10 5G, che riprende la configurazione di S10 Plus ma torna a potenziare il lato posteriore portando il conteggio delle fotocamere a quattro. La quarta unità è un sensore 3D di tipo time of flight: non cattura immagini, ma emette impulsi di raggi infrarossi i cui riflessi vengono raccolti dal sistema che misura il tempo impiegato per il loro ritorno, e dunque la distanza che hanno percorso; in questo modo il sensore percepisce la presenza di eventuali oggetti di fronte a sè mappa l'ambiente circostante in tre dimensioni. Unità di questo tipo diventeranno presto molto essenziali per applicazioni di realtà aumentata sempre più precise e utili, ma ancora non sono sfruttate a dovere; per questo probabilmente Samsung ha deciso di montarne una sul suo Galaxy S10 più costoso, in attesa che la tecnologia trovi delle applicazioni e che la società possa portarla a bordo di un numero maggiore di gadget.