Il Black Friday ha stufato? Per la prima volta calano le spese online
Il fine settimana di acquisti inaugurato dal Black Friday è giunto al termine, e mentre gli ultimi consumatori cercheranno di approfittare degli ultimi sconti legati al Cyber Monday c'è già chi sta facendo i conti sul volume di affari generato da una delle ricorrenze più economicamente remunerative dell'anno. I primi dati fotografano però una situazione inedita: per la prima volta la quantità di denaro spesa online si è ridotta rispetto a quanto totalizzato durante il Black Friday dell'anno scorso.
La spesa online, l'affluenza nei negozi
A sottolineare il fenomeno è stato un rapporto compilato da Adobe Analytics sui punti vendita digitali statunitensi: secondo i dati condivisi, quest'anno la spesa online nel giorno del Black Friday è stata di 8,9 miliardi di dollari, ovvero di poco inferiore ai 9 miliardi di dollari fatti registrare l'anno scorso. L'osservazione fa il paio con quanto rilevato da Sensormatic Solutions, che ha misurato l'affluenza delle persone nei negozi fisici durante il Black Friday, sottolineando che il traffico tra le vetrine — pur in aumento rispetto all'anno scorso — è stato ancora del 28,8 percento più basso rispetto ai livelli pre-pandemici.
Spese spalmate su tutto il mese
Le cose non stanno così in tutto il mondo: in Italia ad esempio i dati a disposizione raccontano di una spesa tutto sommato in linea con quella dell'anno scorso, con variazioni significative tra le regioni. Quel che mette d'accordo gli analisti è che la crisi del Black Friday, dove avvertita, ha un'origine precisa: la volontà dei negozianti di anticipare sconti e offerte fino alle settimane precedenti. "I consumatori hanno iniziato a comprare da prima dimostrandosi più flessibili nelle loro abitudini pur di assicurarsi gli sconti migliori", ha commentato un portavoce di Adobe Analytics.
Ai risultati del Black Friday online negli Stati Uniti può inoltre aver contribuito anche la crisi dei chip. Intanto, sempre stando ai dati riportati da Adobe, i messsaggi di errore per merce non più disponibile sono aumentati del 124 percento dal mese di gennaio; la consapevolezza della crisi può inoltre essere stata il fattore principale che ha spinto molti ad anticipare i propri acquisti rispetto alla giornata di venerdì.