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Il bot di Facebook Messenger che aiuta i rifugiati con le richieste d’asilo

La nuova versione del bot DoNotPay aiuta i rifugiati a compilare i moduli necessari per richiedere asilo e ed è in grado di facilitare le richieste di fondi di assistenza.
A cura di Matteo Acitelli
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Qualche mese fa lo studente inglese della Stanford University Joshua Browder inventò un bot in grado di evitare di far pagare le multe nelle città di New York ed altre metropoli americane, uno strumento che in pochi mesi è riuscito a portare a termine oltre 250mila consulenza legale con un tasso di efficacia superiore al 60%, simile a quello di un avvocato tradizionale. Oltre il 19enne ha rilasciato un nuovo aggiornamento del suo bot per Facebook Messenger che oltre ad occuparsi dei verbali è in grado di aiutare i richiedenti asilo negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito.

La nuova versione del bot DoNotPay aiuta i rifugiati a compilare i moduli necessari per richiedere asilo e ed è in grado di facilitare le richieste di fondi di assistenza. La piattaforma messa in campo dal giovane studente ha subito suscitato l'interesse della stampa tanto che negli ultimi giorni Joshua Browder è stato intervistato dalla BBC per spiegare nel dettaglio il funzionamento del suo bot per il servizio di messaggistica istantanea di Facebook: "Il servizio funziona facendo una serie di domande per capire se un rifugiato ha diritto o meno alla protezione rispetto alle leggi internazionali, per esempio con questioni come ‘temi di poter essere torturato nel tuo Paese d’origine?'. Una volta stabilito questo elemento, il bot sottopone centinaia di dettagli e riempie automaticamente il modulo".

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Il servizio è in continuo sviluppo poiché è in grado di apprendere nuove funzioni in base alle numerose risposte che riceve quotidianamente dai richiedenti asilo. Presto il servizio sarà reso disponibile anche in lingua araba e sarà in grado di fornire ai rifugiati le risposte migliori così da aumentare le probabilità che la propria richiesta venga accettata.

L'idea di creare il bot DoNotPay è nata quando Browder prese la patente ed ha iniziato a guidare: "Quando ho iniziato a guidare, a 18 anni, ho iniziato a ricevere un sacco di multe per il parcheggio. Molte però erano ingiuste". E così nasce la questo bot che visto il grande successo ottenuto fin dal lancio avvenuto qualche mese fa ha iniziato ad evolversi introducendo nuovi servizi come la possibilità di richiedere assistenza per chi è affetto da Hiv o chi ha subito ritardi aerei e desidera essere risarcito.

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