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Il CEO di Yahoo: “Saremmo andati in carcere se avessimo rivelato la sorveglianza degli utenti da parte della NSA”

Rivelazioni importanti quelle del CEO di Yahoo a TechCrunch durante un’intervista. La Mayer confida come la situazione tra privacy e potere del governo e assieme a Zuckerberg si sente pronta a difendere i propri utenti.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Il datagate e tutte le gravi lacune, indiscrezioni, critiche, parole pesanti e avvenimenti che riguardano lo stesso sono ormai all'ordine del giorno. Dopo aver saputo che l'Agenzia di Sicurezza americana ha accesso in qualunque momento e in qualunque modo ai PC e agli smartphone le polemiche non sono mancate e le critiche provengono maggiormente dai grandi della tecnologia e non tanto dagli utenti.

Oggi parliamo di Marissa Mayer, il CEO di Yahoo, che continua a ribadire in modo molto critico come la situazione del Datagate sia stata approntata in maniera decisamente sbagliata e con ripercussioni troppo pericolose e pesanti per tutte le aziende, compresa Yahoo, ma anche per i cittadini che si sono sentiti presi in giro dalle stesse "factor-tech". Marissa Mayer oltretutto si allea alle parole di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, che proprio ieri aveva criticato fortemente le autorità americane per le azioni di sorveglianza errate.

La stessa Mayer ha dichiarato come loro stessi dirigenti delle aziende"sotto torchio" da parte della NSA, avrebbero potuto rischiare facilmente la galera se avessero rivelato i segreti delle azioni governative americane. Parole decisamente dure da parte della Mayer che giungono chiaramente dopo mesi e mesi di spinte da parte delle autorità. Oltretutto le aziende per legge non posso comunicare la quantità di dati che forniscono alle autorità.

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Durante un'intervista al Disrupt conferenza Techcrunch a San Francisco, la stessa Mayer si è detta "orgogliosa di far parte di una organizzazione che fin dall'inizio, nel 2007, era pienamente scettica su tali richieste [dalla NSA]". Yahoo ha già citato in giudizio, senza successo, la United States Foreign Intelligence Surveillance Court, la Corte che fornisce il quadro giuridico per la sorveglianza della NSA. Nel 2007 ha chiesto il permesso di pubblicare i dettagli delle richieste che riceveva dalla agenzia di spionaggio, senza però aver avuto risposta positiva.

Zuckerberg negli ultimi giorni ha dichiarato come il governo americano avesse realizzato decisamente un "cattivo lavoro" di bilanciamento tra la privacy degli utenti e il loro dovere di proteggerli. Lo stesso CEO ha dichiarato come dopo la notizia del Guardian e il Washington Post su Prism, il programma di sorveglianza del governo: "La risposta del governo è stata: – Oh, non ti preoccupare non stiamo spiare qualsiasi americani".

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