Il Financial Times dice no all’app store Apple
Il Financial Times dice no all'App Store Apple e, a quanto pare, la motivazione sta nel nuovo servizio di sottoscrizione di abbonamenti dedicati agli utenti dei tablet iPad. Non è un segreto, infatti, che la Apple trattenga il 30% del ricavato delle transazioni effettuate sull'App Store, ma sembra che alla base del disappunto del Financial Times non ci siano esclusivamente ragioni economiche. A mandare su tutte le furie i vertici del rinomato quotidiano, infatti, sarebbe stato l'obbligo a rinunciare ad un rapporto diretto con i propri clienti.
Attualmente, la versione online del Financial Times ha più di 210 mila abbonati e, rispetto all'anno scorso, le entrate legate alla rete e non alla carta stampata sono cresciute del 56%, rappresentando il 40% dei profitti totali del quotidiano. Con un numero così grande di abbonati, pronti a pagare in media 240 sterline l'anno per garantirsi un accesso ai servizi del sito, il Financial Times sarebbe costretto a non avere un rapporto diretto coi suoi lettori se utilizzasse l'App Store.
Sulla piattaforma di distribuzione delle app per dispositivi mobile, infatti, i nomi e i dati dei clienti non vengono diffusi dalla Apple ai singoli sviluppatori delle applicazioni: in altre parole, il Financial Times si troverebbe con l'azienda di Steve Jobs a fare da intermediario con i lettori. Oggi, l'editoria online è uno dei mezzi d'informazione preferiti degli utenti e, negli ultimi mesi, la concorrenza tra i singoli giornali è sempre è più agguerrita.
Chissà se la Apple sarà pronta a scendere a compromessi con il Financial Times pur di non perdere una fetta consistente dei guadagni derivanti dagli abbonamenti…