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Il folle gioco della “Lettera X”, l’allarme di una madre: “È bullismo, può portare al suicidio”

Rachele Hambleton, madre di una ragazzina di 12 anni, ha pubblicato su Facebook un lungo messaggio nel quale mette in guardia gli altri genitori e gli adolescenti riguardo ad una nuova moda che punta a sommergere una vittima con insulti relativi a peso, aspetto fisico e personalità.
A cura di Marco Paretti
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Rachele Hambleton, 34enne madre di una ragazzina di 12 anni, ha pubblicato su Facebook un lungo messaggio nel quale mette in guardia gli altri genitori e gli adolescenti riguardo ad una nuova moda che punta a sommergere una vittima con insulti relativi a peso, aspetto fisico e personalità. Chi si lascia andare a questo macabro "gioco", spiega la madre preoccupata, non si rende conto che un atteggiamento di questo tipo può portare anche al suicidio, come nel recente caso di due 14enni suicidatesi in seguito agli insulti ricevuti attraverso l'app di messaggistica Snapchat.

È proprio all'interno dell'applicazione tanto chiacchierata nell'ultimo periodo che il nuovo trend, rinominato "Lettera X", sta diventando virale negli Stati Uniti. Il funzionamento è tanto semplice quanto preoccupante: un utente o un gruppo di utenti inviano la lettera "X" ad un contatto, che deve rispondere con il nome di una persona che tutti conoscono. In seguito, i partecipanti devono inviare "i peggiori insulti che riescono ad immaginare su peso, aspetto fisico e personalità. Peggiori sono i commenti, meglio è" spiega Rachele. Questi commenti vengono poi raccolti e condivisi pubblicamente, ma in forma anonima, all'interno delle Storie su Snapchat. Cioè la funzione del tutto identica alle Storie ora presenti su Facebook, Instagram e WhatsApp.

"Mia figlia si è opposta, spiegando a tutti la crudeltà della nuova moda e sottolineando come lei non volesse farne parte" continua il post pubblicato su Facebook. "Troppi ragazzi hanno commesso suicidio a causa del bullismo. Troppi ragazzi hanno scelto di stringersi delle corde al collo o ingoiare troppe pillole perché pensavano che l'unica via di fuga fosse uccidendosi". Così la madre ha deciso di lanciare l'allarme sulla sua pagina Facebook, Part-TimeWorking Mummy, seguita da quasi 350.000 persone. "Ti sei opposta a centinaia di adolescenti, non hai seguito l'esempio unendoti alla folla. Sono così orgogliosa di te" conclude. Snapchat non ha ancora fornito una risposta ufficiale.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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