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Il fondatore di Oculus Palmer Luckey lascia Facebook: forse cacciato per le idee pro-Trump

Palmer Luckey, co-fondatore di Oculus, lascerà Facebook. Le dimissioni sono state annunciate dallo stesso social network, che però non ha specificato se sono volontarie o imposte.
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A cura di Marco Paretti
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Palmer Luckey, co-fondatore di Oculus, lascerà Facebook. Le dimissioni sono state annunciate dallo stesso social network, che però non ha specificato se sono volontarie o imposte. Oculus è l'azienda responsabile dello sviluppo del visore per la realtà virtuale Oculus Rift ed è stata acquisita tre anni fa da Facebook per 2 miliardi di dollari. "Palmer ci mancherà" ha commentato un portavoce di Facebook. "La sua eredità va ben oltre Oculus. Il suo spirito inventivo ha aiutato ad avviare la moderna rivoluzione della realtà virtuale, contribuendo a creare un'industria. Siamo grati per tutte le cose che ha fatto per Oculus e per la VR e gli auguriamo il meglio".

Le motivazioni dietro la scelta di lasciare l'azienda, però, restano un mistero. Di certo è impossibile non notare come Palmer sia scomparso dalla scena proprio in seguito all'ammissione di aver finanziato un gruppo online di troll in supporto di Donald Trump: in seguito si è scusato, ma è letteralmente sparito dalla piazza pubblica. E viste le idee anti-Trump di Zuckerberg e della maggior parte della Silicon Valley, non è difficile immaginare che questa ammissione abbia creato a Palmer delle frizioni interne con il suo nuovo capo. Dubbi sulla sua presenza in azienda erano d'altronde già emersi nel corso degli ultimi mesi, nonostante le continue rassicurazioni di Facebook e del co-fondatore di Oculus, Brendan Iribe. Ora non è più così.

Palmer, 24enne, è diventato in poco tempo il volto della realtà virtuale e lo scorso anno, grazie al suo impegno con Oculus, era finito su una controversa ma attuale copertina del Time. Ora la figura più vicina ad essere il volto della VR è senza dubbio Zuckerberg, già fortemente impegnato a presentare soluzioni di interazione sociale attraverso la realtà virtuale. L'uscita di Palmer dall'azienda, però, resta un piccolo mistero. Se n'è andato di sua volontà? Oppure è stato cacciato perché "di troppo" rispetto a Zuckerberg? O, ancora, la notizia dei finanziamenti ai gruppi pro-Trump è stato il colpo di grazia al suo rapporto lavorativo? Quest'ultima ipotesi, vista la risposta di Zuckerberg all'elezione di Trump, sembra essere quella più realistica. Palmer non ha ancora annunciato cosa farà in futuro.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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