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Il MIT pubblica i documenti riguardanti Aaron Swartz

Il presidente del Massachusetts Institute of Technology pubblica tutta la documentazione relativa al caso Swartz, ma la difesa dell’ attivista non è soddisfatta per alcune scelte ritenute insensate.
A cura di Daniele Cretella
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A distanza di oltre due mesi dalla morte di Aaron Swartz, si prova a far chiarezza sulla posizione del MIT nella vicenda che per molti sostenitori dell' attivista statunitense rappresenta la causa principale del suicidio consumatosi lo scorso Gennaio all' interno del suo appartamento di Brooklyn, New York.

E', infatti, il presidente del Massachusetts Institute of Technology (MIT) L Rafael Reif che, con una mail diramata nel corso della giornata di ieri, ha ufficialmente annunciato la pubblicazione di tutta la documentazione che ha visto antagonisti il campus statunitense ed Aaron Swartz nella ormai nota vicenda relativa al furto di circa 4.8 milioni di documenti accademici da parte dell' attivista nell' intento di distribuire gratuitamente gli stessi aggirando il corrispettivo pecuniario previsto (anche se ora la diffusione gratuita sempre essere la strada scelta anche dall' istituito).

Reif ha sottolineato, però, l' importanza di proteggere i protagonisti della vicenda annunciando che la documentazione verrà pubblicata nelle prossime settimane (non è stata ancora indicata una data precisa a riguardo) sarà modificata con l' omissione dei nomi relativi ai dipendenti dell' istituto coinvolti nel caso.

Se, da una parte, tale decisione sarebbe da ricondurre alla protezione della privacy dei dipendenti del MIT, non sono dello stesso parere i legali di Swartz che reputano tali omissioni semplicemente incomprensibili e non accettabili. Ed in effetti, la posizione ufficiale della difesa dell' attivista risulta piuttosto comprensibile dal momento che la pubblicazione della documentazione da parte del MIT dovrebbe servire a restituire chiarezza in merito al suicidio di Swartz.

La pubblicazione degli atti relativi al caso Swartz si è resa necessaria a seguito di una lunga serie di minacce subite dal personale dell' istituto da parte di alcuni sostenitori dell' attivista statunitense ed in particolare al pericolo di attentati scongiurato nelle scorse settimane.

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