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Il Senato Usa blocca la riforma della NSA, brutto colpo per Obama

Brutto colpo per il Presidente Usa, Barack Obama. Il Senato Usa ha bloccato la riforma della NSA, il “Freedom Act”, per pochi voti, 58 contro 42, ne bastavano 60 per l’approvazione definitiva. Questo voto sancirebbe la fine dell’iter legislativo della riforma resasi necessaria dopo le rivelazioni di Edward Snowden lo scorso anno.
A cura di Francesco Russo
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Brutto colpo per il Presidente Usa, Barack Obama, che sulla riforma della NSA aveva scommesso molto della sua credibilità politica. Ma la notizia è che il Senato Usa ha bloccato la riforma dell'ente americano per pochi voti, 58 contro 42, ne bastavano 60 per l'approvazione definitiva. Uno "schiaffo" come lo hanno definito i media americani al presidente Obama. La riforma, nota come "Freedom Act", resasi necessaria per via dello scandalo nato dalle rivelazioni di Edward Snowden, aveva come scopo principale quello di cessare raccolta automatica di dati dalle chiamate telefoniche degli americani.

La riforma è stata quindi bloccata con un voto che ha visto prevalere i repubblicani e questo potrebbe complicare non poco il percorso legislativo della riforma. Secondo quanto sottolineato dagli esperti ed analisti politici Usa, la riforma è stata praticamente bocciata per quest'anno e lo sarà certamente anche il prossimo anno. E questa interpretazione deriva dal fatto che dal prossimo gennaio si insedierà il nuovo Senato che è venuto fuori dalle recenti elezioni del 5 novembre scorso, dove appunto i repubblicani hanno avuto la meglio. Di conseguenza, visto il voto al Senato di ieri con la forte prevalenza repubblicana, sarà improbabile che la riforma possa riprendere il suo iter.

Il Freedom Act si è arenato su un altro punto molto discusso, ossia il Patrioct Act, la legge anti-terrorismo che venne approvata immediatamente dopo gli attentai dell'11 settembre del 2001, che di fatto ha esteso i poteri d’intervento dell’intelligence americana e dell’autorità giudiziaria nelle vita private dei cittadini, dando il via libera a controlli estesi a tutti i livelli. Ed è proprio questo il punto cruciale su cui negli Usa si discute ed è questo l'aspetto fondamentale che ha portato poi allo scandalo che Snowden ha fatto conoscere al mondo intero con le sue rivelazioni.

Di recente anche le grandi aziende tecnologiche americane, Apple, Facebook, Twitter, Google e altre, avevano manifestato il loro sostegno all'approvazione in Senato del "Freedom Act" che le avrebbe aiutate a convincere i loro clienti stranieri sul fatto che non sarebbero stati spiati servendosi di compagnie telefoniche o di provider americani.

Il senatore repubblicano del Kentucky, Mitch McConnell, prossimo capo della maggioranza del nuovo Senato di gennaio, ha commentato dicendo che "questo è il momento peggiore per legarci le mani dietro la schiena, come minimo dovremmo fare di tutto per non peggiorare la situazione, proprio quello che questo disegno di legge avrebbe fatto".

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