Il tribunale blocca i link pirata di Yahoo!
Cosa faresti se proprio la serata in cui decidi di rimanere in casa per guardare un film (rigorosamente con il comodo, veloce e gratuito -nonché illegale- streaming), digitando il titolo della pellicola su un qualsiasi motore di ricerca, visualizzassi fra i primi risultati soltanto il sito ufficiale (ergo, il nemico "ufficiale" contro la pirateria) e una sfilza di news che ti informano che tutti i link pirata sono stati rimossi?
Oltre a rovinare i tuoi piani cinefili per la serata, probabilmente capiresti che si annunciano tempi difficili per gli appassionati-abbonati di film in streaming come te e per i milioni di siti pirata sul web. "Dopo questo primo importante successo, che apre la strada a tutti i detentori di diritti, i prossimi obiettivi saranno Google e YouTube", sono le parole di Tullio Camiglieri, presidente di Open Gate Italia.
Il successo in questione riguarderebbe la sentenza del Tribunale di Roma, che ha condannato il motore di ricerca Yahoo! per "la ripetizione della violazione dei diritti di sfruttamento economico sul film About Elly mediante il collegamento ai siti riproducenti in tutto o in parte l'opera, diversi dal sito ufficiale del film".
Digitando, ora, su Yahoo! il titolo della pellicola iraniana, "About Elly", ritroverete, fra le prime pagine, le recenti news della condanna dello stesso motore di ricerca ed il sito ufficiale del film. Precedentemente, invece, Yahoo! é stato più volte invitato a rimuovere i numerosissimi siti pirata ai quali rinviava. La denuncia di questi link pirata è partita dalla PFA, distributrice del film in Italia, per poi passare alla società che da anni segue le vicende di pirateria online, la Open Gate Italia, arrivando, infine, nelle aule di giustizia del tribunale della capitale.
Yahoo! è imputato, insomma, per "contributory infrigement", in parole povere: facilitazione di violazione del copyright.
Questa sentenza ha del sensazionale! Non soltanto perché rende difficile la vita agli internauti in cerca del film in streaming, ma soprattutto perché é una sentenza senza precedenti al mondo! Infatti, il motore di ricerca Yahoo!, in questa sentenza, non é stato considerato soltanto in quanto tale, ma come soggetto responsabile dei contenuti (i link imputati) presenti nelle ricerche del motore, perché, pur essendo cosciente della presenza di questi link, il motore di ricerca non si sarebbe mobilitato per rimuoverli.
I prossimi obiettivi-potenziali imputabili dei sostenitori dei diritti di copyright sarebbero, quindi, i due colossi Google e Youtube, perché, secondo quanto afferma il presidente della Open Gate, "Il tribunale di Roma ha sancito un principio fondamentale a tutela di tutta la produzione culturale: cinema, editoria, musica, giornali. Chi investe in cultura, informazione e intrattenimento ha diritto di vedere tutelato il proprio lavoro". La protezione dei diritti d'autore e la diffusione gratuita dei contenuti (di film, libri, musica, televisione, ecc…) attraverso i motori di ricerca (come Google e Yahoo!) o il fornitissimo "registratore online" Youtube sono così incompatibili da escludersi a vicenda?
Sembra riproporsi l'eterna e moderna lotta della legalità contro la diffusione gratuita e capillare della cultura.
La sentenza del Tribunale romano può essere classificato come un vero e proprio successo per la tutela del copyright! E per gli appassionati dei film in streaming, invece? Finirà l'epoca dei film in streaming? O, per meglio dire, saresti disposto a rinunciare alla visione di un film in streaming pur di salvaguardare i diritti dell'autore?
Insomma, a cosa saresti disposto a rinunciare?