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Il vero successo dell’Harlem Shake? Tutto merito delle strategie aziendali

La moda del momento è quella di realizzare il balletto sulla base della canzone di Baauer. Ma cosa si nasconde realmente dietro a tale successo?
A cura di Bruno Mucciarelli
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Dopo il grande successo del Gangnam Style di PSY è giunto il momento di un altro tormentone che sta scalando le classifiche di YouTube. Parliamo dell'Harlem Shake, il meme realizzato direttamente sulla canzone di Baauer e che sta spopolando tra le varie aziende e i vari gruppi in rete. Ma dietro a tutto questo fenomeno non vi è solamente una semplice voglia di realizzare un video per divertimento, ma un vero e proprio fenomeno di strategie di marketing aziendale.

I retroscena dei vari Harlem Shake vengono in qualche modo svelati dall'ex ingegnere del MIT, Kevin Ashton, il quale ha deciso di realizzare un'approfondita ricerca sul fenomeno e su tutto ciò che risulta connesso con lo stesso. Il fattore comune a molti video di alcune aziende sembra essere quello di realizzare profitti proprio dagli stessi e dal fenomeno virale nato dalle tendenze degli internauti del web.

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Il fattore scatenante di tutto il fenomeno non è stato realmente il video originale diffuso sul web di Baauer, ma la prima vera imitazione della canzone, realizzata da un impiegato della Maker Studios, che è stato letteralmente adocchiato come video altamente virale ed è stato quindi posto in alto sia dagli utenti, in modo minore, che dalla casa discografica dello stesso cantante originale. Quando aziende imponenti come la Maker Studios e la Mad Decent hanno deciso di far divenire virali i due video, è iniziato realmente il processo di indirizzamento degli utenti verso il fenomeno sui canali di YouTube. Le visualizzazione hanno iniziato a crescere in modo esponenziale e tutto questo non si è altro che tradotto per le due aziende in veri e propri incassi finanziari che si attestano sui 6 dollari ogni 1000 visualizzazioni.

Molte altre aziende hanno subito percepito la potenza di tutto il fenomeno e si sono buttati a capo fitto sulla realizzazione di propri video permettendo quindi di avere un resoconto in termini finanziari con le visite al canale dell'azienda stessa. Un fenomeno dunque nato principalmente da due aziende ma ampliato in pochissime settimane anche ad altre società, per un successo decisamente planetario e con la conferma della potenza virale di YouTube.

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