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Il World Economic Forum boccia l’innovazione e la tecnologia in Italia

La classifica annuale stilata dal World Economic Forum (Wef) pone l’Italia al 51esimo posto, surclassata addirittura da Paesi come India, Tunisia, Malesia.
A cura di Giovanna Di Troia
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La classifica annuale stilata dal World Economic Forum (Wef), ormai da dieci anni,prendendo in considerazione 138 Paesi, sulla tecnologia ed innovazione, non premia certo il Bel Paese, che anzi di anno in anno arretra sempre più.

Le ben 455 pagine del Global Information Technology Report pongono l’Italia al 51esimo posto, surclassata addirittura da Paesi come India, Tunisia, Malesia. Ed è un tracollo costante. Rispetto a soli pochi anni fa, precisamente facendo riferimento al 2006, l’Italia si posizionava al 38esimo posto.

Al polo opposto di questa classifica si posizionano Svezia e Singapore, e di conseguenza, aggiudicandosi  i primi posti, il progresso e le tecnologie hanno migliorato le loro società e la vita quotidiana dei propri cittadini.

Ma su quali indicatori fa affidamento il Wef per stilare tale classifica? Parte dalla diffusione di internet e cellulari, ma tiene presente anche la qualità dell'istruzione e le politiche nazionali a favore dell'innovazione e dello sviluppo tecnologico. E su questo ultimo aspetto l'Italia incassa una vera e propria “lavata di capo”. Ed il World Economic Forum pone alla stessa stregua Italia e Grecia, per quanto riguarda l’analisi che fa dell’Europa.

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Entrambe le nazioni dovrebbero potenziare quei fattori che vanno ad incrementare il progresso tecnologico. Per iniziare dovrebbero diminuire le tasse e snellire la burocrazia, aumentare la libertà di stampa. Ma i consigli non finiscono qua e l’elenco continua: dovrebbero accrescere l'adozione delle nuove tecnologie e, soprattutto, mettere informatica e telecomunicazioni al centro delle politiche nazionali.

Il Wef inoltre critica duramente il governo italiano che lo pone al 113esimo posto, nel mondo, per apertura all'innovazione e all’89esimo per uso delle tecnologie. Un vero e proprio smacco per il nostro Paese, che in pratica non investe e non diffonde la cultura tecnologica. Però sembrerebbe che si stia aprendo uno spiraglio con l’ambizione di creare la prima Agenda Digitale Italiana, ovvero un piano programmatico di governo per lo sviluppo tecnologico.

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