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In USA approvata la prima legge che punisce chi posta foto o video “hot” delle ex

Il parlamento californiano realizza la prima vera norma dedicata al contrasto di tale fenomeno che potrebbe creare forti conseguenze. Un movimento di giovani vittime è deciso a contrastare la diffusione delle immagini a difesa della loro privacy e non solo.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Un vero e proprio femminicidio virtuale. Pubblicare immagini e video "scottanti" delle proprie ex fidanzate o compagne a loro insaputa da oggi potrebbe costare molto caro a chi realizza la condivisione. Negli Stati Uniti, in particolare nella California, lo stato ha da pochissimo approvato una nuova legge, denominata "Revenge Porn", pronta a limitare al massimo ogni tipo di abuso proprio su questo tipo di problematica che sembra essere sempre più estesa.

La situazione è davvero difficile. Ex mariti, ex fidanzati o ex compagni che pubblicano su portali dedicati foto intime, se non del tutto senza veli, delle proprie ex mogli, ex partner o di vecchie compagne. In questi casi è palese, chiaramente, la violazione dell'immagine, visti anche gli scatti piccanti, ma anche e sopratutto l'azione di importanti e pericolosi usi di ricatto proprio nei confronti delle donne in oggetto.

Negli Usa, dove la situazione sta prendendo connotati importanti, sta nascendo un movimento, End Revenge Porn, che chiede a gran voce una legge severa, specificamente dedicata ai fenomeni vendicativi online, in particolare a sfondo sessuale. La nuova legge americana parla chiaro proprio in tal senso anche se purtroppo i colpevoli rischiano troppo poco. Chi gestisce questi siti, operatori e webmaster, spesso si limita a ospitare contenuti caricati da terze parti, meccanismo non ha conseguenze penali nei loro confronti. Al momento chi ci rimette di più sono senza dubbio le vittime di tutta questa situazione, ossia le donne abusate virtualmente con le immagini, che perdono il lavoro o vengono avvicinate mentre sono in giro da sconosciuti che le hanno riconosciute.

In molte hanno cambiato le generalità all'anagrafe o altre che per paura si sono trasferite in un'altra città nella speranza di sfuggire a quelle orrende immagini e a tutto ciò che ne comporta.

È un modo facile per trasformare le donne in disoccupate, tagliarle fuori da ogni rapporto e metterle in pericolo. Come spesso accade in queste situazioni, l'emergere del fenomeno ha quantomeno condotto alla creazione di un fronte di sensibilizzazione e di contrasto.

Danielle Citron, docente di giurisprudenza all'università del Maryland

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