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India, censurati 32 siti internet tra cui Vimeo, Dailymotion e Pastebin

Da qualche giorno il governo indiano ha deciso di contrastare in maniera pesante la propaganda jihadista che cerca reclute nel paese asiatico attraverso una strategia non molto apprezzata da tutti i fruitori di Internet in India.
A cura di Matteo Acitelli
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Da qualche giorno il governo indiano ha deciso di contrastare in maniera pesante la propaganda jihadista che cerca reclute nel paese asiatico attraverso una strategia non molto apprezzata da tutti i fruitori di Internet in India. La soluzione del governo indiano è stata quella di bloccare 32 siti internet e servizi tra cui troviamo colossi come Vimeo, Dailymotion, Pastebin, The Internet Archive e Weebly. Un'iniziativa che probabilmente contrasterà la propaganda jihadista ma che allo stesso tempo blocca l'accesso ai portali ad oltre 290 milioni di cittadini indiani che non hanno modo di utilizzare i servizi online. Secondo le ultime informazioni divulgate sembrerebbe che la chiusura in India dei 32 siti web è stata attivata lo scorso 17 dicembre ma la notizia ha iniziato a divulgarsi solo nel giorno di Capodanno.

Il motivo della censura da parte del governo indiano sembrerebbero legato al fatto che i portali in oggetto consentono di condividere in rete contenuti in forma anonima, aumentando le possibilità di propaganda da parte di attivisti jihadisti. Oltre ai già citati Vimeo, Dailymotion, Pastebin, The Internet Archive e Weebly sono stati bloccati portali come Cryptbin, Codepad e GitHub. Naturalmente non sono mancate le pressioni da parte dei vertici dei vari servizi internet disattivati in India, nelle ultime ore infatti Vimeo, Dailymotion, gist.github e Weebly sono stati riattivati, probabilmente in seguito ad un accordo tra i proprietari dei servizi web ed il governo indiano anche se un portavoce di Vimeo nega ogni tipo di contatto con il governo Indiano. Non sono mancate le proteste, la censura di questi 32 siti internet ha infatti scatenato i commenti di centinaia di cittadini indiani che sui social network hanno dichiarato il loro malcontento per la restrizione della propria libertà di espressione su Internet. A protestare su Twitter anche il primo ministro Narendra Modi che in un tweet si schiera contro la censura, messaggio che dopo qualche ora sembra sia stato cancellato.

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