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Intel, l’Unione Europea conferma la multa da 1,06 miliardi di euro

Il Tribunale UE conferma l’ammenda inflitta al colosso di Santa Clara, accusandola di aver abusato della sua posizione dominante nel mercato dei processori x86 nel quinquennio che andava dal 2002 al 2007.
A cura di Dario Caliendo
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Brutte notizie da Bruxelles  per Intel. Il Tribunale dell'Unione Europea ha respinto integralmente il ricorso del colosso della tecnologia, confermando la multa da 1,06 miliardi di euro inflitta ad Intel nel 2009 per aver abusato della sua posizione dominante nel mercato dei processori x86, nel quinquennio che andava dal 2002 al 2007: si tratta della più alta sanzione mai inflitta dalla Commissione Europea, il cui record – fino ad oggi – era una multa da 899 milioni di euro inflitta a Microsoft nel 2008 .

Secondo il Tribunale UE "per tutto il periodo 2002-2007 Intel ha avuto una posizione dominante nel mercato mondiale dei CPU x86, per almeno il 70% della quota di mercato". Una posizione predominante nel mercato figlia di una serie di pratiche commerciali illegali per tenere fuori dal mercato i concorrenti: per la Commissione Ue, la società di Santa Clara avrebbe "fatto ricorso a due specifiche forme di pratiche illegali. Intel ha dato sconti integralmente o parzialmente occulti a fabbricanti di computer a condizione che le acquistassero la totalità o la quasi totalità dei processori x86 di cui avevano bisogno".

Pesanti le accuse fatte nel 2009 da Neelie Kroes, ai tempi commissario alla Concorrenza, e confermate oggi dal Tribunale dell'Unione Europea: "Intel ha danneggiato milioni di consumatori europei agendo deliberatamente per tenere i concorrenti fuori dal mercato per i processori da computer per molti anni." – commentava Kroes – "Un'infrazione così grave e così sostenuta nel tempo delle regole antitrust Ue non può essere tollerata".

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