Internazionalizzazione e Made in Italy: dove può investire l’Italia?
L'ICE, in collaborazione con Prometeia, ha pubblicato lo studio commissionato dal Comitato Leonardo Italian Quality Commitee. Il Rapporto "Oltre i BRICS, nuovi mercati per il Made in Italy" mira ad individuare i nuovi mercati dove gli esportatori italiani possono investire per dare al Made in Italy un'opportunità di internazionalizzazione performante.
I mercati di sbocco sono stati individuati in base a caratteristiche strutturali — grandezza del mercato in termini di pil e popolazione, materie prime, dotazioni infrastrutturali, infrastrutture e capitale umano — potenzialità – crescita del pil, del pil pro-capite, grado di urbanizzazione, sviluppo e investimenti infrastrutturali, redditi soglia – livello di rischio sovrano, politico ed operativo.
Queste variabili sono state incrociate con altri dati relativi al prodotto da internazionalizzare: beni di consumo, beni di investimento, opere infrastrutturali. Questo perchè ad un diverso stadio di sviluppo dei mercati che dovrebbero ospitare l'export italiano corrisponde una diversa opportunità per le tipologie di beni prodotti.
Quali i Paesi dove il Made in Italy ha possibilità di svilupparsi? Il commercio estero è favorito in 25 paesi emergenti. Ecco la lista di quelli di prima fascia noti: Emirati Arabi, Cile, Colombia, Perù, Qatar, Arabia Saudita, Thailandia, Tunisia e Messico. Accanto a questi ve ne sono altri buoni ma chiusi (Egitto, Indonesia, Marocco, Vietnam, tra gli altri), altri ad alta crescita, ma di seconda fascia e chiusi (il Mozambico tra questi), ed altri a buona crescita ed aperti, anche se di seconda fascia (Angola e Kazakistan, nello specifico).
Se il settore delle infrastrutture ha più opportunità di crescita in Indonesia, Pakistan e Vietnam; per la meccanica italiana le maggiori opportunità sono date da Arabia Saudita, Thailandia, Messico e Malesia; ancora, per i beni di consumo (alimentare, moda, piastrelle e mobili) la maggiore opportunità per l'export sarà data da Emirati Arabi, Cile, Colombia e Malesia.
La lista è lunga e le informazioni ricche. Per una lettura completa si rimanda al Rapporto scaricabile qui.