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L’applicazione Uber vietata in Spagna

Nella giornata di martedì un giudice di Madrid ha emesso un’ordinanza per bloccare le attività dell’applicazione Uber.
A cura di Matteo Acitelli
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Nella giornata di martedì un giudice di Madrid ha emesso un'ordinanza per bloccare le attività dell'applicazione Uber, il noto servizio peer-to-peer che consente di raggiungere una destinazione entrando in contatto direttamente con l’autista del mezzo privato. Non è la prima volta che il servizio Uber viene bloccato dalle amministrazioni locali ed ora, a seguito della richiesta dell’associazione dei tassisti della città, il giudice di Madrid ha sospeso il servizio in attesa di una causa legale che l’organizzazione vuole promuovere a discapito di Uber. In diverse città del mondo in cui è stato attivato Uber ci sono state manifestazioni di protesta da parte dei tassisti, Italia compresa, questo poiché i proprietari di taxi tradizionali con licenza lamentano una concorrenza sleale visto che gli autisti privati di Uber offrono un servizio che i taxi tradizionali possono offrire solo se in possesso di speciali autorizzati dalle autorità locali.

Il giudice di Madrid ha quindi deciso di bloccare il servizio realizzando un'ordinanza che invita tutti i gestori di connessioni e quelli dei pagamenti elettronici di sospendere la gestione di tutte le transazioni realizzate tramite l'applicazione per smartphone Uber. Problemi analoghi si sono verificati anche a Barcellona, capoluogo della Catalogna, dove il governo regionale sta lavorando ad una nuova serie di regole per bloccare definitivamente il servizio Uber. Tra le varie iniziative sono previste multe fino a 6.000 euro. Uber sta davvero passando un brutto periodo, nonostante i ricavi di tutto rispetto negli ultimi mesi diversi scandali stanno portando in cattiva luce il servizio, in India ad esempio è stato sospeso il servizio in seguito allo stupro di una donna di 26 anni che ha sporto denunciato nei confronti di un tassista Uber che l’avrebbe minacciata e violentata.

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