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L’assistente Alexa ha accidentalmente registrato (e condiviso) una conversazione privata

L’incubo di molti è diventato reale per una coppia di Portland, nell’Oregon, che si è ritrovata una conversazione registrata da Alexa di Amazon e condivisa con un amico di famiglia. Secondo Amazon l’incidente è avvenuto a causa di “una catena di eventi improbabile”.
A cura di Marco Paretti
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Amazon Echo

È l'incubo di molti e un pensiero che attraversa la mente di tutti quelli che utilizzano gli assistenti personali all'interno delle loro case. Cioè che questi dispositivi connessi al web possano ascoltare, registrare e condividere le conversazioni che vengono effettuate all'interno delle mura domestiche. Un incubo che ora è diventato un po' più reale dopo il caso di una coppia di Portland, nell'Oregon, che si è ritrovata una conversazione registrata da Alexa di Amazon e condivisa con un amico di famiglia. "Mi è arrivata una vostra conversazione privata, stavate parlando di parquet" ha spiegato l'uomo all'amico.

La dinamica è semplice quanto preoccupante: Alexa, l'assistente di Amazon, ha registrato l'audio della coppia a loro insaputa e l'ha poi condiviso con uno dei contatti. Amazon ha confermato la veridicità della storia e sta indagando sulla questione. "Io e mio marito scherzavamo sul fatto che queste apparecchiature stavano ascoltando quello che dicevamo" ha spiegato la donna, Danielle. "Mi sono sentita violata.Una totale invasione della privacy. E ho immediatamente pensato che non avrei mai più attaccato quelle apparecchiatura perché non ci si può fidare".

Secondo Amazon la registrazione è avvenuta a causa di "una catena di eventi improbabile". Come spiega l'azienda americana, "Echo si è attivato per una parola che durante la conversazione suonava come ‘Alexa' – cioè la parola che attiva l'assistente – e poi ha interpretato come ‘invia messaggio' un altro pezzo di conversazione". A quel punto Alexa ha chiesto ad alta voce “A chi?” e ha nuovamente interpretato la conversazione dei due rilevando prima il nome dell'amico e poi il comando che ha acconsentito all'invio. Insomma, un caso davvero assurdo, ma che dimostra come sia effettivamente possibile uno scenario del genere. "Faremo in modo che un caso simile diventi ancora più improbabile" ha assicurato Amazon.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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