Fin dall'introduzione del sensore Touch ID, cioè la tecnologia che consente lo sblocco dei dispositivi della mela attraverso le nostre impronte digitali, Apple ha limitato questa funzione con delle regole ben precise. Per questo ogni tanto capita di dover sbloccare il proprio terminale attraverso il codice numerico e non con l'impronta, una procedura che garantisce una maggior sicurezza, soprattutto dopo periodi di inutilizzo. Alcuni utenti, però, hanno registrato un aumento delle richieste del codice di sblocco in seguito all'aggiornamento ad iOS 9.3.
A togliere ogni dubbio riguardante questa particolare situazione è la stessa Apple attraverso un documento di sicurezza pubblicato online, nel quale vengono indicate proprio le cause che spingono il sistema a rifiutare l'impronta in favore del codice di sblocco. Fino ad oggi queste cause erano cinque, mentre ora se ne è aggiunta una sesta. Generalmente, infatti, ci si trova a dover inserire il codice dopo un riavvio o se il dispositivo non è stato sbloccato per 48 ore, oltre che per accedere a determinate funzioni come gli aggiornamenti. Ora, invece, Apple ha aggiunto un ulteriore caso che potenzialmente presenterà più spesso la richiesta agli utenti.
Da iOS 9.3 in avanti, infatti, lo sblocco tramite impronte digitali non sarà disponibile nel caso in cui il codice non sia stato utilizzato per sbloccare il telefono nel corso degli ultimi sei giorni e il Touch ID non sia stato utilizzato nelle ultime otto ore. Per questo, con molta probabilità, diversi utenti si ritrovano a dover sbloccare l'iPhone alla mattina, mentre fino a poche settimane fa questo piccolo step non era necessario. Una volta fatto, ovviamente, la richiesta non sarà più presentata per almeno sei giorni. Apple non ha spiegato le motivazioni alla base di questa scelta, che con molta probabilità ha a che vedere con la volontà di migliorare la sicurezza dell'iPhone, anche in risposta alla recente battaglia contro l'FBI. Che ora ha meno tempo per costringere l'eventuale indiziato a sbloccare il telefono.