L’Italia è il secondo paese in Europa ad ospitare il maggior numero di bot
Norton by Symantec ha da poche ore pubblicato un nuovo report che evidenzia le nazioni e le città italiane che nel corso dell'anno scorso hanno ospitato il maggior numero di sistemi infetti, denominati dagli esperti del settore "bot" oppure "macchine zombie". Grazie all'utilizzo di questi sistemi i criminali informatici sono in grado di sferrare diverse tipologie di minacce informatiche come attacchi DDoS per rendere inutilizzabile un sito web, inviare email di spam, commettere frodi e molte altre attività che avvengono quotidianamente ai danni degli utenti di tutto il mondo.
Stando alla classifica stilata da Norton, l'Italia si posiziona alla seconda posizione nella classifica delle nazioni con il maggior numero di bot, preceduta solo dalla Turchia, interessata da numerosi attacchi di Anonymous basati su botnet. Come riportato dagli analisti di Norton, la Turchia nel corso del 2015 ha registrato pari quasi al doppio di attacchi rispetto all'Italia con oltre 40.000 infezioni univoche. La classifica dei paesi con il maggior numero di botnet è prosegue poi con l'Ungheria, la Germania, la Francia e la Spagna che si posiziona alla sesta posizione. Analizzando nel dettaglio il territorio italiano alla prima posizione troviamo Roma, seguita da Milano, Arezzo, Settimo Milanese e Cagliari. Torino si posiziona alla settimana posizione e Firenze all'ottava, un fenomeno in continua espansione che riguarda ogni città del Bel Paese, senza grandi collegamenti con la collocazione geografica o dall’importanza politico-economica. Come spiegato da Ida Setti, Territory Manager, Norton Business Unit, Sud Europa:
"Una popolazione di bot può essere di piccole dimensioni per diversi fattori, ma i mercati e le città in cui di recente è stato registrato anche un piccolo aumento del numero di computer dotati di connessione a Internet ad alta velocità possono creare una nuova, redditizia fonte di sistemi da compromettere per i criminali informatici. Tuttavia, non sono solo i PC infetti che consentono ai criminali di schierare il loro esercito di robot: i server spesso offrono una capacità di larghezza di banda molto superiore per gli attacchi DDoS rispetto ai tradizionali PC consumer. Nel 2015 abbiamo inoltre assistito a un aumento dei casi in cui criminali informatici hanno sfruttato sistemi IoT (Internet of Things) per rafforzare le proprie botnet"