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L’UE dice addio al roaming ma delude sulla Net Neutrality

Il Parlamento Europeo, in sessione plenaria, ha approvato l’eliminazione del roaming, a partire dal 15 giugno 2017, decisione salutata con soddisfazione. Meno entusiasmo ha raccolto la decisione finale sulla Net Neutrality che genererebbe delle scappatoie che darebbero vita ad una Rete “a due velocità”.
A cura di Francesco Russo
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Come era nelle previsioni già dal giugno scorso, il Parlamento Europeo, in sessione plenaria, ha approvato l'eliminazione, a partire dal 15 giugno 2017, del roaming, cioè sovraccosto per le chiamate effettuate e ricevute, gli sms e la navigazione internet realizzati in un altro paese UE dal proprio telefono. E, sempre nella stessa sessione, sono anche state fissate le regole sul diritto di accesso a Internet, la Net Neutrality, molto criticata per via delle tante scappatoie che darebbero vita in realtà ad un Interne "a due velocità".

L'UE mette fine al Roaming

Dopo anni di discussioni e diversi rinvii, finalmente arriva la decisione finale dal Parlamento Europeo che decide di porre fine al roaming. A partire dal 15 giugno 2017 non si dovrà più sostenere alcun sovrapprezzo per le chiamate o per l'invio di messaggi in un altro paese UE, come avviene tuttora. Ma prima di quella data, già a partire dal 30 aprile 2016, il sovrapprezzo degli operatori dovrà essere limitato ai 5 centesimi al minuto per le chiamate, i 2 centesimi per gli sms e 5 centesimi per ogni megabyte di navigazione. Il tetto massimo per le chiamate in arrivo sarà stabilito più avanti ma sarà molto più basso di quelle in uscita. Viene confermato dunque anche questo dettaglio stabilito a giugno di quest'anno. Fin qui, belle notizie per i cittadini europei.

L'UE delude sulla Net Neutrality

Se la decisione di eliminare definitivamente il roaming viene salutata da tutti con grande soddisfazione, meno entusiasmo ha generato invece la decisione sulla NetNeutrality, il principio che garantisce l'accesso protetto a Internet. La decisione finale infatti non soddisfa tutti e molte sono le critiche sollevate. Il nuovo regolamento votato, così come sostengono i promotori, porterà alla definizione di Internet "senza discriminazione". Ma gli oppositori sostengono che i regolamenti approvati consentono in effetti delle scappatoie dalle quali si potrebbe dare vita a una Rete su più livelli.

La legislazione approvata consente la creazione di una Internet a corsia preferenziale per i "servizi specializzati" e consentire ai providers, gli ISP, di dare vita a servizi definiti a "zero rating" come possono essere, ad esempio applicazioni o servizi che non pesano nel limite dei dati previsti dagli abbonamenti. Esempio potrebbe essere che un provider stipula un accordo con un servizio di musica in streaming che lo propone a "zero rating", in questo modo tutti gli altri servizi sarebbero spiazzati. In pratica questa è una delle scappatoie che hanno individuato i critici che permette ai grandi player del settore di favorire alcuni servizi con accordi commerciali. Ecco il perchè di una rete a "due velocità", nonostante la legislazione oggi approvata dica il contrario.

Tutti gli emendamenti che prevedevano una restrizione verso la norma proposta al fine di rendere davvero la Rete accessibile a tutti sono stati bocciati. Il governo italiano si era mosso anche in questa direzione.

Sul caso Net Neutrality in Europa si era mosso anche Sir Tim Berners-Lee, colui che nel 1989 inventò Internet, pubblicando sul proprio blog un appello per salvaguardare il principio della Net Neutrality. Berners-Lee sosteneva infatti che i regolamenti fossero "confusi" e che fossero insufficienti per difendere davvero l'indipendenza della Rete.

Quello che emerge in queste ore è che una parte degli oppositori spera che la Commissione Europea possa eliminare quelle "scappatoie" che la norma approvata determina, recuperando appieno il principio della Net Neutrality.

Dopo l'approvazione finale, il BEREC (Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche) ha 9 mesi di tempo per trasmettere le linee guida ai singoli paesi.

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