La barriera corallina artificiale per salvare i coralli con la stampa 3D
Stampare una particolare superficie grazie ad una stampante 3D, in modo da poter dare un nuovo supporto, seppur artificiale, alla crescita dei coralli e risolvere (o quanto meno attutire) il problema della scomparsa delle barriere coralline. È questa l'idea della biologa marina Ulrike Pfreundt, una ricercatrice di origini tedesche del Politecnico federale di Zurigo, che pare avere molto a cuore il problema relativo al rallentamento della crescita dei coralli, considerati come la foresta pluviale degli oceani e dai quali proviene metà dell'ossigeno del pianeta. Un vero e proprio polmone sottomarino, che sta scomparendo ancora più velocemente della controparte vegetale.
Una barriera corallina artificiale, con la stampa 3D
In soldoni, l'idea della ricercatrice svizzera è riuscire a produrre una barriera corallina artificiale e a basso costo, utilizzando la stampa in 3D, sulla quale permettere la crescita dei nuovi coralli. Attualmente il progetto è ancora in fase di test di laboratorio, e gli studi in corso stanno cercando di verificare come le larve di corallo si adattano ed aderiscono a queste nuove strutture.
"Il più grande problema per le barriere coralline attualmente è il riscaldamento globale e il riscaldamento dei mari", racconta la biologa marina ad RSI News – "Abbiamo già perso metà della Grande Barriera Corallina, e nel nostro studio la pressione dovuta alla mancanza di tempo è molto forte in alcuni casi". "Ciò che in molti nemmeno sanno" – continua Ulrike Pfreundt – "è che la metà degli atomi d'ossigeno presenti nella Terra, in realtà proviene dal mare".
Per realizzare la barriera corallina artificiale, il team della ricercatrice tedesca utilizza una sabbia da stampa 3D e dell'argilla, per la produzione di una particolare struttura che il gruppo vorrebbe diffondere per chilometri lungo le coste marine: "Non è complicato trovare i materiali necessari alla nostra struttura, anche perché la sabbia la troviamo sul luogo"- racconta la ricercatrice – E se pensiamo in grande, potremmo immaginare di costruire centinaia di migliaia di chilometri di nuove barriere".