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La collaborazione tra Uber e i taxi è pronta a partire: la prima città sarà Torino

Il capoluogo piemontese farà da apripista per il nuovo corso di Uber in Italia: una sezione dell’app sarà dedicata a prenotare normali taxi, in una strada che al conflitto con i tassisti preferisce la collaborazione. La diffidenza della categoria è ancora alta, ma dopo Torino la società guarda già altrove.
A cura di Redazione Tech
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Uber sigla il suo accordo di pace con i tassisti italiani e la città della firma sembra essere Torino. Lo ha riportato in queste ore La Stampa, in un'intervista al numero uno della società per l'area dell'Europa Sud-occidentale, Carles LLoret: entro Natale, nel capoluogo piemontese, aprirà i battenti Uber Taxi, un servizio che permetterà di chiamare un normale taxi direttamente dall'app di Uber, accessibile nell'app accanto al servizio già esistente Uber Black e presto anche dalla relativa scheda all'interno delle Mappe Google.

La notizia arriva dopo le anticipazioni del mese scorso rivelate dal nuovo amministratore delegato Dara Khosrowshahi a La Repubblica, che vedevano il colosso del ride hailing in trattativa con una categoria con la quale fino a qualche mese prima era in aperto conflitto. Da conflitto a collaborazione la strada è tortuosa, e in effetti dall'annuncio delle trattative a oggi sono state parecchie le voci dei tassisti che si sono dichiarati indisponibili a intrattenere un rapporto con la multinazionale. Eppure, solo poche settimane dopo, sembra che le prove tecniche di partnership siano già pronte a partire, e che Torino funzionerà da città-test.

Uber Taxi offrirà corse a bordo di veicoli con conducenti dotati di regolare licenza taxi e le tariffe saranno calcolate dal tassametro a fine corsa, anche se l'app potrà comunque fornire una stima dell'importo previsto per il trasporto. Le forme di pagamento previste includono carta di credito, carta prepagata, PayPal e contanti, ma non è chiaro se l'attesa del primo taxi disponibile sarà influenzata dal metodo di pagamento scelto dal passeggero e quello prediletto dal conducente.

Di sicuro c'è che la novità sembra porre Uber come piattaforma al servizio dei tassisti; opererà una trattenuta sull'importo incassato dai conducenti, ma per il resto sembra sia stata ripensata per comportarsi come una qualunque app abilitatrice come ne sono già nate nel settore. La diffidenza della categoria è ancora alta e l'esperimento di Torino servirà a chiarire a tutti quale sia il nuovo volto dell'interlocutore statunitense, che in ogni caso si è detto già pronto a portare Uber Taxi anche in altre città.

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