L'agenzia che si occupa della regolamentazione delle comunicazioni in Russia, il Roskomnadzor, ha bloccato l'accesso a LinkedIn in seguito alla decisione di un tribunale che ha condannato l'azienda per aver violato le leggi sul trattamento dei dati. Il Roskomnadzor ha pubblicato una nota nella quale spiega che ad agosto il tribunale di Mosca ha deciso di bloccare LinkedIn per proteggere i dati degli utenti russi, una decisione approvata lo scorso 10 novembre. LinkedIn ha confermato il blocco rilasciando una nota: "La visione di LinkedIn è quella di creare un'opportunità economica per l'intera forza lavoro globale. Stiamo iniziando a rilevare che i membri del social network in Russia non riescono ad accedere a LinkedIn".
Attualmente il social network lavorativo gode di oltre 6 milioni di utenti in Russia, per questo lo scorso venerdì l'azienda americana ha provato a calmare le acque organizzando un incontro con le autorità del paese per cercare di evitare il blocco. A quanto pare inutilmente. "Il blocco da parte del Roskomnadzor impedisce l'accesso a milioni di membri russi e alle aziende che utilizzano LinkedIn per accrescere il loro business" continua la nota del social network. "Restiamo interessati nell'incontrare il Roskomnadzor per discutere le loro richieste in merito al trattamento dei dati".
La decisione del tribunale obbliga i provider russi a bloccare l'accesso al portale entro un giorno, pena il pagamento di forti multe. Il blocco si basa su una legge del 2015 che richiede a tutti i siti web di immagazzinare le informazioni personali di tutti i cittadini russi all'interno di server localizzati entro i confini del paese. Un requisito difficile da soddisfare per molte realtà straniere. LinkedIn è una delle aziende che si sono rifiutate di sottostare a questa normativa, che punta a togliere potere alle realtà straniere operative nel paese.
