La scomparsa di Mt. Gox è un duro colpo ai Bitcoin, ma non la fine
Lunedì scorso, senza dare alcuna spiegazione, e ad oggi non ci sono motivi ufficiali, sparisce dal web Mt. Gox, la piattaforma più grande del mondo attraverso la quale è possibile scambiare Bitcoin, la moneta virtuale (o criptomoneta) in forte ascesa. Sul sito ufficiale di Mt. Gox campeggia una dichiarazione rassicurante di Mark Karpeles, CEO della società con sede a Tokyo, il quale dice che farò di tutto per trovare una soluzione e, inoltre, afferma di trovarsi ancora nella capitale giapponese, infatti in tanti si chiedevano che fine avesse fatto. Queste rassicurazioni al momento risultano inutili per i tanti utenti coinvolti in questo incidente, i quali sono ormai intenzionati ad avviare azioni legali contro Karpelese e contro la Mt. Gox. Ma andiamo per ordine spiegando cos'è in effetti un Bitcoin.
Per Bitcoin si intende una moneta virtuale, altrimenti definita anche criptomoneta, o meglio, è un sistema di pagamento digitale. Per certi versi potrebbe, sulla base del funzionamento, far pensare ad una sorta di PayPal, ma il paragone non regge in quanto non esiste appunto un'unica società che gestisce l'intero network dei Bitcoin. Le transazioni vengono gestite in modalità perr-to-peer, sfruttando un sistema di contabilità pubblica. Per comprendere meglio e per continuare il paragone con PayPal, mentre quest'ultimo poggia tutte le sue transazioni sul dollaro, il network dei Bitcoin si poggia proprio su una moneta, chiamata appunto Bitcoin. Dunque, gli utenti per poter partecipare ad un network Bitcoin, devono necessariamente possedere dei bitcoins e il modo più semplice per farlo è proprio quello di rivolgersi a piattaforme come Mt. Gox che consentono lo scambio di bitcoin con le valute convenzionali. Questa fino a qualche giorno fa era considerata una delle più "anziane" della rete, una delle più usate per questo motivo, ma va detto che la reputazione è andata a rotoli proprio nelle ultime settimane.
Facciamo un passo indietro, sempre nel tentativo di capire meglio cosa sia successo in questa vicenda. Mt. Gox cominciò la sua avventura come marketplace per lo scambio di "Magic the Gathering cards", infatti Mt. Gox è l'acronimo di "Magic the Gathering Online eXchange", il nome deriva dal software ideato dal programmatore, hacker, Jim McCaleb, il quale ben presto si innamorò dei Bitcoin e quindi decise di virare tutto verso le monete virtuali. Nel 2011 McCaleb decide di vendere tutto a Mark Karpeles e Mt. Gox sotto la sua guida crebbe a ritmi vertiginosi arrivando a gestire il 76% delle transazioni di Bitcoin complessive, questo nella primavera del 2013. Ora, cosa può essere successo? Cosa può aver provocato addirittura la scomparsa di Mt. Gox e di conseguenza di tutti i Bitcoin degli utenti? Molti sospettano che sia una questione di sicurezza il problema che ha causato la scomparsa del sito, anche se prima, proprio in questo senso, c'erano state altre avvisaglie proprio in tema di sicurezza, con vari attacchi da parte di hackers. Si valuta che Mt. Gox abbia perso qualcosa come 750 mila bitcoins, un danno che ammonta a circa 400 milioni di dollari. Ma i guai per Mt. Gox sono inziati prima, già qualche settimana fa quando intervenne addirittura l'FBI che sequestro 5 milioni di dollari di fondi per questioni di regolamenti e a questo aggiungiamo anche una recente causa dichiarata da una compagnia americana, la CoinLab, con la quale ha chiesto a Mt. Gox 75 milioni di dollari di danni. In aggiunta a questi problemi, vanno considerati le carenze dei servizi lamentati dagli utenti, proprio riguardo alla stabilità stessa della piattaforma. E il 7 Febbraio scorso la società ha sospeso tutti i prelievi. Molti analisti ed esperti di bitcoin individuano l'origine di tutti i problemi nello scarso adeguamento della piattaforma verso gli aggiornamenti dei regolamenti dei Bitcoin, di conseguenza questo avrebbe provocato i gravi problemi avvisati dagli utenti e fin qui evidenziati. Ma anche Karpelese in sostanza sostiene questa tesi e lo fa in una recente intervista a Forbes affermando di non essere stato in grado di tenere il passo di tutti gli aggiornamenti del protocollo Bitcoin, scaricando parte delle responsabilità sulla Fondazione Bitcoin. Conseguenza di queste affermazioni è stata che lo stesso Karpeles domenica scorsa si è dimesso dalla "Bitcoin Foundation".
A questo punto, la domanda che si pongono gli utenti è "cosa succederà?". Al momento nessuno è in grado di dare una risposta certa. Quello che si sa è Mt. Gox, alla data di ieri, aveva 174 milioni di dollari di debiti, contro 32.750 dollari in assets. E che il valore dei Bitcoin andati persi sarebbe, più precisamente, 436 milioni di dollari. E' certo che questo è un duro colpo per il sistema dei Bitcoin, anche se ci sono già tante piattaforme più affidabili pronte a prendere il posto di Mt. Gox. Si dice anche che una soluzione potrebbe essere quella di una società con sede a New York, nella speranza di dare maggiore stabilità e sicurezza. Ma comunque sia, questa non sarà la fine dei Bitcoin e sarà registrato come un momento nero.