Le foto delle (finte) vittime di Manchester diventate virali: la macabra trovata dei troll
A poche ore di distanza dall'attentato a Manchester durante il concerto della popstar Ariana Grande in cui hanno perso la vita 22 persone con 120 feriti e 12 dispersi, dal Washington Post arriva la segnalazione di numerosi post falsi pubblicati sui social network. Mentre la maggior parte della popolazione ha dimostrato fin da subito la loro solidarietà offrendo ospitalità nelle proprie abitazioni, in Rete alcuni profili fake hanno diffuso foto false di persone disperse con l'obiettivo di ottenere condivisi e dunque aumentare la propria fama.
Come riportato dai giornalisti dell'importante testata giornalistica fin dalle ore successive all'attentato su Twitter sono apparsi numerose foto contenenti false segnalazioni di persone scomparse millantate per fratelli e amici. Tra le immagini pubblicate sui social network anche i volti di numerosi giornalisti e youtuber che in realtà non erano presenti al concerto di Ariana Grande. Il fenomeno sembra molto diffuso soprattutto tra i teenager che pur di ricevere qualche retweet in più stanno "sfruttando" gli hashtag #Manchester, #PrayForManchester e #ManchesterArena per diffondere false segnalazioni di persone disperse.
Nel frattempo l'Isis ha rivendicato l'attentato tramite un comunicato: "Uno dei soldati del Califfato è riuscito a posizionare ordigni esplosivi in mezzo a un raduno di crociati nella città britannica di Manchester, dove è avvenuta l'esplosione nell'edificio Arena. Per chi venera la Croce e i loro alleati il peggio deve ancora venire. Sia lode al Signore". Secondo le ultime informazioni acquisite dalle forze dell'ordine l'uomo che ha provocato l'esplosione alla Manchester Arena uccidendo si chiamava Salman Abedi, un cittadino britannico di origini libiche di 23 anni. L'attentatore, nato a Manchester nel 1994, era già conosciuto alle forze di sicurezza britanniche ed era da poco tornato da un viaggio in Libia.