L’elìte di Twitter
Le teorie della comunicazione si sprecano, a volte, per i social network. Questa volta, però, Twitter sembra esserne la prova tangibile di alcune di esse.
Uno studio di Yahoo! e della Cornell University ha dimostrato, infatti, che il social network in questione sarebbe dominato da un'elìte.
Ma come può essere possibile che in una popolazione digitale di ben 40 milioni di users (molti meno di quelli attuali all'epoca della ricerca, fra luglio del 2009 e marzo del 2010), soltanto ventimila di questi siano in grado di determinare almeno il 50% dei contenuti pubblicati su Twitter?
Qualcuno che abbia anche una minima conoscenza teorica di comunicazione, probabilmente penserà che questo non è altro che un caso di processo comunicativo a due flussi.
In poche parole, il circolo comunicativo di Twitter (a differenza di quello di Facebook) genera una comunicazione in due fasi.
Le news, infatti, non sono trasmesse in modo diretto dalla fonte al destinatario finale, ma sono intermediate da opinion leader (in questo caso: esperti, giornalisti, insomma, i blogger) che non fanno altro che determinare i contenuti da diffondere e sui quali ragionare. Da qui, inizia la seconda fase del processo comunicativo: il flusso parte, sottoforma di retweet, da "alcuni" (gli opinion leader) diretto ai "molti" (i followers) del social network.
Certo, le star hanno il loro peso nello spazio cinguettante della rete comunicativa (basti pensare a Lady Gaga, con oltre nove milioni di seguaci), ma la ricerca "Who says what to whom on Twitter?" della Cornell University e Yahoo!, della durata di sette mesi, ha messo in luce quanto anche su un social network possa crearsi una gerarchia. E, si sa, ogni gerarchia ha la sua elìte dominante.
Qui, fra i cinguettii di Twitter, la classe dominante é formata da tutti i ventimila bloggers in grado di sopravvivere più a lungo di altri. E rappresentano appena un 0,05% degli users del social network!
Insomma, su Twitter gli opinion leader sembrano essere proprio gli esperti ed i giornalisti. Un esempio? Ve lo abbiamo già mostrato qualche tempo fa.
Ma tutti possono creare il proprio profilo sul social network, tutti hanno la possibilità di linkare e cinguettare, rivolgendosi ai potenziali followers, ma soltanto alcuni riescono ad emergere, grazie al proprio carisma e alla propria abilità di diffondere le notizie e di rispondere alla domanda/slogan del sito (what's happening?).
Non vi sembra che, a volte, vita reale e vita digitale si assomiglino?