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LinkedIn, ecco le aziende preferite dai talenti italiani (e da cui farsi assumere)

Le aziende dalle quali dovete assolutamente farvi assumere? Sono quelle della lista stilata da LinkedIn, il popolare social network dedicato al lavoro che ogni anno stila la classifica delle realtà più desiderate dai nuovi talenti di tutto il mondo.
A cura di Marco Paretti
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Le aziende dalle quali dovete assolutamente farvi assumere? Sono quelle della lista stilata da LinkedIn, il popolare social network dedicato al lavoro che ogni anno stila la classifica delle realtà più desiderate dai nuovi talenti di tutto il mondo. La lista, che per la prima volta sbarca anche in Italia, vuole fornire supporto a chi, degli 8 milioni di utenti italiani, sta cercando lavoro attraverso il portale. Si scopre così che le più desiderate sono le aziende americane, ma che anche quelle italiane se la cavano bene: nella top 10 si posizionano ben 6 aziende del Bel Paese.

"La lista InDemand classifica i datori di lavoro più desiderati sulla base di milioni di interazioni da parte degli iscritti a LinkedIn" si legge nella nota che accompagna lo studio. "Invece di basarsi su questionari, la classifica InDemand misura l’effettivo comportamento online dei professionisti. Questa metodologia comprende indici come il livello di engagement, l'interazione con i job pubblicati, il numero di persone raggiunte con le azioni effettuate online". Sul podio della classifica troviamo tre colossi americani: Apple, Google e Procter & Gamble, la più grande multinazionale di prodotti di consumo del mondo.

top 50 linkedin

Per ogni azienda vengono misurate le interazioni dei membri del network appartenenti all'area considerata, in questo caso l'Italia, con le company page, i profili dei dipendenti e i job pubblicati su LinkedIn. Anche per questo le aziende italiane si fanno subito notare: al terzo posto troviamo Gucci, seguita da Barilla, Ferrari, Eni, Campari e Pirelli. Realtà che riescono a far slittare in fondo alla classifica anche aziende all'apice del successo come Facebook, ferma al 28esimo posto. Microsoft si deve accontentare di chiudere la classifica al 46esimo posto: probabilmente il suo calo continuo influenza anche l'immagine aziendale agli occhi dei lavoratori.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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