Il popolare social network lavorativo LinkedIn sta affrontando una class-action nata dall'introduzione di una nuova feature disponibile per gli utenti premium. Grazie a questa funzionalità le aziende hanno la possibilità di rintracciare gli ex collaboratori di un aspirante dipendente, i quali possono essere avvicinati per ottenere informazioni sul suo metodo di lavoro.
L'azione legale ha avuto inizio dopo che quattro persone – Tracee Sweet, Lisa Jaramillo, James Ralston e Tiffany Thomas – si sono viste negare alcune opportunità lavorative a causa di questo strumento. "Una ricerca localizza le persone all'interno del vostro network che possono fornire un feedback affidabile su un eventuale candidato" si legge sul sito di LinkedIn "Avrete accesso ad una lista degli utenti che hanno lavorato per la stessa azienda e durante lo stesso periodo della persona della quale volete avere informazioni".
La class-action si basa sul fatto che nessun avviso viene inviato alla persona "indagata" quando un'azienda effettua una ricerca su di lui, al contrario di quanto invece avviene quando un utente apre il profilo di un altro lavoratore. Al contrario, quando si dà il via a questa procedura, le uniche persone che ne sono a conoscenza sono LinkedIn e l'individuo o l'ente che l'ha richiesta.
"In questo modo ogni azienda può scavare anonimamente nella storia lavorativa di una persona, basando le assunzioni ed i licenziamenti sulle informazioni raccolte. Il sistema, però, non notifica il diretto interessato e non garantisce la salvaguardia della veridicità delle informazioni ottenute" afferma l'accusa "Questa segretezza contraddice direttamente lo scopo della FCRA (Fair Credit Reporting Act, la quale regola l'utilizzo di informazioni private)".
L'accusa, rappresentata da Tom M. Friedman e James L. Davidson, punta ad ottenere un risarcimento per i danni arrecati ai quattro lavoratori e un processo con giuria. "Se questo sistema non viene eliminato, potreste non sapere mai quando non otterrete un lavoro a causa di queste ricerche" ha spiegato Davidson.
Nel frattempo, anche un portavoce di LinkedIn ha risposto alle accuse affermando che "una ricerca di questo tipo, disponibile solo per gli account premium, permette di individuare persone che hanno lavorato per una determinata azienda nello stesso periodo di un altro utente sul quale vogliamo avere più informazioni. Una procedura che non svela nessuna informazione privata".