Ieri, per la prima volta nella storia, una sonda spaziale è atterrata su una cometa. Un evento unico che Google ha deciso di celebrare con un Doodle semplice ma evocativo. L'impresa è stata compiuta del lander Philae, il quale è riuscito nella difficile impresa di "agganciare" la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko (67P/C–G) a 510 milioni di chilometri dalla terra.
Il Doodle mostra proprio il momento dell'avvicinamento, dopo che il lander si è staccato dalla sonda spaziale Rosetta avviandosi verso la superficie della cometa. La chiave di ricerca collegata al Doodle è "sonda spaziale Philae", anche se in realtà la sonda è Rosetta e Philae solo il lander utilizzato per raggiungere la superficie.
L'impresa rappresenta un momento storico per la ricerca sullo spazio, mai prima d'ora si era riusciti ad inseguire e ad atterrare su una cometa in corsa. Un difficile compito che ha richiesto quattordici anni di preparazione, dieci dei quali solo per riuscire a raggiungere la cometa.
Alle 9:30 circa del mattino il lander si è sganciato dalla sonda per iniziare la sua fase di discesa, celebrata nel Doodle. Tale operazione ha richiesto circa otto ore, ma ora che la missione è stata completata con successo il lander si comincerà a visionare il territorio ad esso circostante e a raccogliere dati incredibilmente importanti per lo studio dello spazio.
A sua disposizione Philae ha una serie di strumentazioni all'avanguardia: telecamere ad infrarossi e tradizionali, uno spettrometro per l'analisi degli elementi e della loro composizione chimica e un sistema di perforazione, indispensabile per eseguire i carotaggi sulla superficie e scoprire cosa nasconde la superficie della Cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko scoperta nel 1969.
Grazie a Philae avremo la possibilità di scoprire nuovi elementi sulla sua natura e genesi e, probabilmente, sull'origine stessa del nostro Sistema Solare e sull'evoluzione che ha portato fino a noi.
Non c'è da stupirsi, quindi, che Google abbia dedicato un Doodle all'impresa. Che è un po' anche italiana. Tre strumenti scientifici presenti a bordo dell'orbiter arrivano infatti dal Bel Paese: il VIRTIS (Visible Infrared and Thermal Imaging Spectrometer), GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) e la WAC (Wide Angle Camera) di OSIRIS (Optical Spectroscopic and Infrared Remote Imaging System). A bordo del lander, inoltre, è italiano il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni, Politecnico di Milano, e il sottosistema di pannelli solari.