L’UE si batte per il diritto all’oblio sul Web
“Il diritto all’oblio”. No, non è il titolo di un nuovo film di successo, bensì uno dei punti focali sui quali la Commissione Europea ha basato la propria riflessione durante la conferenza stampa di mercoledì 16 marzo, a Bruxelles (Belgio), in merito alla protezione dei cittadini in rete.
Il Commissario alla Giustizia Europea, Viviane Reding, ha precisato che “le persone hanno il diritto – e non soltanto la possibilità – di revocare il loro consenso al trattamento di dati”.
La sicurezza online e i rischi della rete sono temi sui quali l’UE ha focalizzato la propria attenzione già precedentemente, esprimendo perplessità sui servizi di mappatura e geo localizzazione (esempio lampante Street View di Google), o promuovendo iniziative di sensibilizzazione dei giovani (come il Safer Internet Forum).
L’obiettivo sicurezza dell’UE deve, però, far fronte a diverse necessità: permettere agli internauti di poter amministrare il proprio diritto di revoca del trattamento di dati personali online, ma anche armonizzare le regolamentazioni europee e statunitensi, nonché fronteggiare il rapido inserimento dell’industria pubblicitaria online.
Proprio per questo, Facebook e Google rappresentano gli esempi verso i quali l’UE rivolge la propria attenzione, sia per la loro modalità di raccolta e trattamento di dati personali, sia per i milioni di utenti attivi in Europa, che rendono urgente la protezione dei cittadini europei anche quando i loro dati non siano localizzati in territorio europeo.
In un percorso iniziato dallo scorso novembre e che sarà, probabilmente, finalizzato entro l’estate, l’UE punta alla realizzazione di "un insieme completo di vecchie e nuove regolamentazioni per affrontare al meglio i rischi della privacy online".