L’ultima moda di Instagram? Fingersi Influencer pagandosi i prodotti (ma facendo pubblicità)
Il fenomeno degli influencer che sui social network promuovono prodotti e servizi altrui è destinato a farsi ancora più ingarbugliato di quanto già non fosse agli albori. Secondo un reportage del The Atlantic infatti sono ormai in molti gli aspiranti influencer che — nel tentativo di acquistare credibilità agli occhi di un pubblico ancora indefinito — sono disposti ad acquistare di tasca propria gadget, prodotti di abbigliamento o ingressi ad eventi e lasciare intendere di averli ricevuti in regalo come parte di un accordo di sponsorizzazione con il relativo brand.
Alcuni — racconta la rivista — arrivano a riprogrammare interamente le vacanze passate a spese proprie, pubblicando online foto nelle quali ringraziano ristoranti e alberghi e per l'ospitalità, fingendo così di aver ricevuto trattamenti di favore o di aver goduto di viaggi omaggio. L'obbiettivo finale dell'operazione non è tanto l'aumento dei follower fine a se stesso, quanto piuttosto raggiungere uno stato di notorietà tale per cui essere presi davvero in considerazione dai brand per stringere accordi reali diventa una possibilità concreta.
L'esistenza del fenomeno non è difficile da verificare online per i più attenti, ma per la maggioranza di utenti che scorre distrattamente tra le foto di Instagram non è così chiaro (né così importante) quale post sia veramente frutto di un accordo pubblicitario e cosa invece non lo sia. E le conferme arrivano anche da parte degli imprenditori e dei brand attivi sui social. Jason Wong di Doux Lashes all'Atlantic si è raccontato sorpreso di quanto questa categoria di aspiranti influencer sia disposta a spendere per promuovere gratuitamente i suoi prodotti.
Il prossimo passo potrebbe inquietare chi già campa parzialmente di questo tipo di accordi: con un'armata di testimonial social disposta a promuovere prodotti gratuitamente e di propria spontanea volontà, c'è la possibilità che i brand minori inizino a risparmiare sulle vere collaborazioni continuando ad affidarsi a questo flusso pubblicitario non richiesto.