È il problema del nuovo millennio: la durata della batteria dei nostri dispositivi che, spesso, non arriva nemmeno a fine giornata. Un problema per noi importante, ma tutto sommato facilmente risolvibile: l'energia c'è, basta organizzarsi. Ben più pressante è il tema della produzione di quest'energia – e della conseguente virata verso l'eolica, il solare, etc – ma anche della fornitura di energia alle zone del mondo in via di sviluppo, dove peraltro potrebbe fare davvero la differenza. In questo caso, inoltre, il costo dell'energia è ancora più importante, così come lo è la ricerca di fonti rinnovabili ed economiche. Come, per esempio, la nostra urina.
Già, perché alcuni ricercatori dell'Università di Bath, vicino a Bristol, hanno realizzato una cella a combustibile in grado di sfruttare l'urina per generare energia. Come? Grazie a dei batteri e ad una reazione chimica basata su un catalizzatore al carbonio derivato da glucosio e ovalbumina, una proteina presente nell'albume delle uova e, quindi, anch'essa rinnovabile ed economica. Il processo genere energia che può essere utilizzata subito o immagazzinata in una batteria: ogni cella produce 2 watt al metro cubo, abbastanza per consentire il funzionamento di un telefono cellulare.
"Se riusciamo a sfruttare il potenziale energetico dei rifiuti umani, potremmo rivoluzionare la produzione di elettricità" ha spiegato Mirella Di Lorenzo, una delle ricercatrici. "Non esiste una soluzione universale che non sia sfruttare al massimo le risorse disponibili localmente, compresa l'urina". La scoperta risulta infatti particolarmente interessante per tutte le zone in via di sviluppo, dove accedere ad energia pulita, rinnovabile e soprattutto economica è estremamente difficile, così come lo è utilizzare dispositivi tecnologici che richiedono una ricarica frequente. Per questo l'utilizzo di un combustibile che non costa nulla ed è prodotto quotidianamente potrebbe essere una rivoluzione.