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Massimiliano Pellegrini: Dada negli Usa e il futuro insieme a Sony

In questa intervista pubblicata su Dialoghi Digitali Massimiliano Pellegrini, Ceo di Dada Entertainment e Managing Director di Dada.net Spa, la società che gestisce tutta l’offerta D2C all’interno di Dada S.p.A, racconta la sua storia personale e spiega com’è nata da parte di Dada la scelta di investire nel mercato americano..
A cura di Redazione Tech
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Massimiliano Pellegrini, Ceo di Dada Entertainment, racconta l'esperienza di Dada negli Usa nella nuova intervista di Dialoghi Digitali. Pellegrini, alla guida della società con sede a New York, spiega com'è nata la scelta di investire nel mercato americano e parla della sua carriera professionale. Quando nel 2000 è iniziata la sua esperienza in Dada "eravamo in 20 dipendenti tutti a Firenze mentre oggi siamo in più di 600 a livello internazionale", sottolinea. Recentemente nominato managing director di Dada.net, Pellegrini inoltre evidenzia i fattori che rendono il mercato Usa più avanzato rispetto a quello italiano.

Prima di Dada lei ha lavorato in Andersen Consulting (oggi Accenture), dove nel corso della sua esperienza ha avuto modo di specializzarsi nella Internet Economy. Il periodo in AC come ha influito sul suo percorso successivo?

"Lavorare in una grande società di consulenza strategica americana è stato molto formativo come professionalità e apertura mentale. I primi anni lavorativi quando si è giovani sono fondamentali per dare un taglio alla propria carriera. Sicuramente Andersen ai tempi era una delle società al top a livello mondiale con un ambiente giovane, dinamico e internazionale. Credo di averne avuto un enorme giovamento".

Lei è entrato in Dada esattamente 10 anni fa. L’azienda era già attiva online da anni, ma la rete era molto diversa da adesso, e da allora la società è cresciuta molto. Com’è cambiato il web in questo decennio e in che modo Dada ha saputo affrontare con successo le nuove sfide lanciate della rete?

"Si, sono entrato in Dada quando eravamo in 20 dipendenti tutti a Firenze mentre oggi siamo in più di 600 a livello internazionale. Ne è passata di acqua sotto i ponti. Il web si è evoluto come è giusto che fosse. Se devo indicare i primi tre driver di sviluppo direi che sono stati la globalità, intesa come il successo di iniziative globali per settore (vedi Google o Facebook), la pervasività, intesa come internet che ormai si trova ovunque e non sono nei pc, e la socialita’, con la recente esplosione dei social networks. Se ripensiamo alla storia di Dada in questi ultimi 10 anni credo che abbia saputo cavalcare bene queste direttrici di sviluppo attraverso iniziative globali o comunque internazionali, di convergenza web e mobile e basate su meccanismi di community".

Nel 2007 è stato nominato CEO di Dada Entertainment LLC, frutto della partnership tra Dada e Sony. Con la società il gruppo ha scelto di investire sul mercato del Nord America, leader nel mondo. Con quali obiettivi?

"L’obiettivo era duplice: da un lato cercare di acquisire competenze sul mercato della musica grazie alla partnership con una grande casa discografica e dall’altro aggredire con maggiore forza il mercato americano".

Il 24 giugno 2009 l’intesa tra Sony Music e Dada si è rafforzata: Sony ha acquisito il 13% dell’azionariato di Dada.net, mentre Dada Entertainment, fino a quel momento detenuta al 50% da entrambe le società, è diventata al 100% di Dada. Qual è il bilancio di questi anni di partnership e quali nuove iniziative sono previste per il 2010?

"Il bilancio è decisamente buono. Tant’è vero che Sony ha deciso di consolidare la relazione con Dada diventandone un partner a livello globale. Le iniziative a cui stiamo lavorando sono sostanzialmente quelle di esportare i modelli usati in America in altri Paesi, inclusa l’Italia, facendo leva sull’esperienza maturata durante gli anni della joint venture".

Lei ha contribuito a far crescere Dada sui mercati stranieri. Come è stato possibile, partendo dall’Italia, portare la società ad affermarsi in Nord America e nei Paesi di lingua spagnola e portoghese?

"Non vorrei banalizzare il tutto ma alla fine quello che è veramente importante è avere un prodotto che piaccia alla gente. Il resto ovviamente è altrettanto importante: capacità di esecuzione, cultura internazionale, etc. Ma senza il prodotto tutto il resto non serve".

Nel mercato Usa emergere può risultare più difficile, in considerazione del gran numero di concorrenti. Una caratteristica che al contempo, però, può rendere la competizione più stimolante. Quali sono le principali differenze tra il mercato statunitense e quello italiano?

"Per quanto riguarda la musica digitale il mercato americano da solo rappresenta il 50% circa dei volumi globali. La competizione è fortissima ma l’opportunità è grande. In Italia in pratica il mercato non esiste, nel senso che la vera sfida è educare le persone al consumo legale di musica digitale. Sono due sfide completamente diverse ma altrettanto impegnative".

Operare nello stesso mercato di un “gigante” come iTunes, in particolare negli Usa, non è facile. Quali sono le strategie di Dada per fare concorrenza ad Apple?

"L’approccio è completamente diverso. Noi promuoviamo un modello di accesso ad un catalogo enorme per una canone di abbonamento mensile ridotto. In pratica i nostri abbonati possono avere un’esperienza di streaming personalizzata (attraverso la costruzione di playlist) oppure più passiva (con le radio personalizzate) sia su PC che su mobile.  iTunes ha un modello basato sul download dei singoli brani".

Che ne pensa del progetto partito da Wired Italia, ormai effettivo dopo la candidatura ufficiale del 1° febbraio, relativo all’assegnazione ad internet del premio Nobel per la Pace 2010?

"Credo che internet abbia un ruolo centrale nei processi di democratizzazione di tutti i paesi emergenti. In principio sono d’accordo. Ed è anche un modo per consacrare gli anni di crescita esplosiva del social media".

L’AD di Microsoft Italia, Pietro Scott Jovane, nell’intervista a Dialoghi Digitali ha posto l’accento sulla congiuntura economica mondiale. Inoltre, per quanto riguarda l’Italia, ha sottolineato: “nel settore IT esiste un rischio occupazionale”. Secondo lei quali differenze potrebbero esserci nella ripresa tra gli Usa e il nostro Paese?

"Gli Usa hanno due vantaggi rispetto a noi. Il primo è una grande elasticità del mercato del lavoro che consente alle aziende di riprendere ad assumere con facilità; il secondo è che gli Usa hanno comunque delle aree di eccellenza globali (come la Silicon Valley) che attraggono talenti da tutto il mondo e consentono di mantenere un vantaggio competitivo sugli altri Paesi".

La recente decisione di Google di opporsi alla censura delle autorità cinesi ha fatto scalpore: potrebbe costituire una svolta. In che modo vengono gestiti da una società come Dada, attiva in numerosi Paesi, i rapporti con le autorità locali?

"Anche noi nel nostro piccolo siamo usciti dalla Cina lo scorso anno dopo aver provato a fare business nel paese. I nostri motivi sono diversi da quelli di Google ma rimane il tratto comune di un Paese in cui è difficile operare. A parte la Cina, abbiamo instaurato ottimi rapporti a tutti i livelli nei Paesi dove operiamo".

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