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Negli Usa si discute il “diritto alla riparazione” degli iPhone, ma Apple si oppone

In Nebraska si sta discutendo una nuova normativa che introdurrebbe il “diritto alla riparazione”, cioè l’obbligo da parte di Apple e delle aziende produttrici di device tecnologici di fornire ai consumatori e ai negozi le parti di ricambio necessarie per riparare i dispositivi.
A cura di Marco Paretti
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In Nebraska si sta discutendo una nuova normativa che introdurrebbe il "diritto alla riparazione", cioè l'obbligo da parte di Apple e delle aziende produttrici di device tecnologici di fornire ai consumatori e ai negozi le parti di ricambio necessarie per riparare i dispositivi. Senza, quindi, passare dai costosi rivenditori ufficiali come gli Apple Store. Una novità alla quale Apple si sta opponendo con forza anche attraverso forti investimenti, perché la sua approvazione significherebbe perdere l'esclusiva sulle redditizie riparazioni dei dispositivi della mela, dall'iPhone ai Mac.

La normativa è attualmente in fase di discussione non solo in Nebraska, ma anche in Minnesota, New York, Massachusetts, Kansas, Wyoming, Illinois e Tennessee. Non è la prima volta che una legge del genere viene proposta negli Stati Uniti, ma fino ad oggi tutti i precedenti disegni di legge erano stati bocciati. Questa volta, però, il clima sembra essere diverso. Così, se da un lato l'opposizione di colossi come Apple e IBM si fa sempre più serrata, dall'altro la causa è sostenuta da un grande numero di realtà come Repair.org e iFixit, che quotidianamente smontano e riparano dispositivi.

Queste realtà si affidano a parti riciclate per poter continuare le loro operazioni, mentre solo i rivenditori ufficiali hanno accesso ai ricambi nuovi. Se il diritto alla riparazione dovesse essere approvato, invece, anche i laboratori non ufficiali potrebbero accedere alle parti nuove e, soprattutto, i consumatori potrebbero affidarsi a questi negozi per le riparazioni, con un conseguente notevole risparmio. Per questo le aziende produttrici hanno iniziato una battaglia legale senza sosta contro questa normativa che porterebbe ad un'importante emorragia di profitti anche a causa della maggiore vita che un dispositivo potrebbe avere negli anni di utilizzo.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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