Nel 2016 robot di quasi due metri pattuglieranno le strade delle città. Si chiama Telebot ed è un droide creato dalla Florida International University e pronto a sbarcare nelle metropoli di tutto il mondo. Il robot è controllato da remoto da un agente dotato di Oculus Rift e abito in grado di tracciare il movimento.
Le sue forme minacciose non sono casuali: Telebot deve intimidire e trasmettere un senso di autorità. Inoltre, l'agente ha la possibilità di trasmettere la propria voce attraverso il droide, in modo da essere sempre in grado di comunicare con i cittadini.
Telebot non è il primo esempio di agente robotico; il Knightscope K5 non possiede armi ma funge da sorvegliante in grado di riconoscere le persone, registrare video a 360 gradi e catturare audio. Può inoltre analizzare le sostanze chimiche presenti nell'aria, mappare gli spazi in 3D e distinguere le attività sospette da quelle normali.
Una volta individuata una situazione sospetta, K5 avvisa le autorità. Entro pochi anni questo robot potrebbe arrivare sulle strade di tutto il mondo, fatto che preoccupa molti: registrerebbe video e audio di chiunque senza un'esplicita autorizzazione.
Soluzioni robotiche vengono già utilizzate per diversi scopi militari, primo su tutti il disinnesco delle bombe. Eppure da diversi anni si parla di un loro utilizzo legato al controllo della folla, uno scenario che spaventa gli esperti e i cittadini.
Nel 2011, per esempio, un robot della polizia ha distrutto un'abitazione lanciando per sbaglio tre granate incendiarie al posto di quelle normali. Per questo c'è chi si chiede se, anche alla luce dei recenti eventi di Ferguson, l'utilizzo di soluzioni robotiche non comporterà dei rischi ancora più elevati per la sicurezza dei cittadini, contribuendo ad una sempre maggiore militarizzazione della polizia.