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Nell’ultima sfida di TikTok gli utenti fingevano di essere vittime dell’Olocausto

I moderatori dell’app hanno disattivato l’hashtag #holocaustchallenge attorno al quale si erano ammassati centinaia di video degli utenti. Nelle clip i protagonisti si fingevano vittime dello sterminio, alcuni per sensibilizzare gli spettatori, altri per partecipare a una tendenza e guadagnare visualizzazioni.
A cura di Redazione Tech
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Nel corso delle ultime settimane i responsabili di TikTok hanno dovuto mettere un argine all'ennesima challenge finita fuori controllo: questa volta si tratta della #holocaustchallenge, una sfida che, come suggerisce il nome, ha per tema proprio l'Olocausto, e nella quale gli utenti si riprendono come se fossero stati vittime dell'orribile sterminio avvenuto nella prima metà del 1900 ad opera dei nazisti e dei loro alleati. Ad oggi della sfida si trovano poche tracce online, proprio perché i moderatori hanno lavorato intensamente nei giorni scorsi per reindirizzare le ricerche e disperdere i contenuti legati all'hashtag della sfida, ma negli scorsi giorni la vicenda ha scatenato parecchie reazioni online.

Cos'è la holocaust challenge

Nella holocaust challenge gli utenti di TikTok si rivolgono al pubblico come se fossero in paradiso, dopo essere morti nei campi di sterminio: alcuni sono truccati per simulare cicatrici sul volto, escoriazioni e malnutrizione; altri sfoggiano indumenti a righe che ricordano le divise che le vittime erano costrette a indossare. Tutti raccontano la propria esperienza di fantasia in campi di sterminio che in alcuni casi non hanno mai visitato neppure a scopo didattico – e si sono attirati per questo critiche e indignazione: la sfida è stata definita da più parti inaccettabile, mentre il Museo statale di Auschwitz-Birkenau si è definito preoccupato dal suo potenziale dannoso e offensivo.

Motivazioni a confronto

Alcuni dei video, fa notare il Museo di Auschwitz-Birkenau, sembrano effettivamente realizzati con l'intento di sensibilizzare gli spettatori su un orrore che non va dimenticato. Altre clip però utilizzano toni poco consoni che rischiano di banalizzare o di presentare la tragedia avvenuta in un contesto irrispettoso. Altri contenuti ancora, come accade spesso sulla piattaforma di condivisione video, non sono neppure realizzati con l'intento di educare i potenziali spettatori, ma con quello di far parte di una tipologia di video in tendenza e ottenere più visualizzazioni possibili.

Per l'istituzione simbolo dell'olocausto, il fenomeno non va in sé demonizzato per non rischiare di colpire anche coloro che hanno partecipato alla sfida con le migliori intenzioni; allo stesso tempo però "non tutte le attività di condivisione social sono adatte a commemorare l'olocausto". Cercare #holocaustchallenge all'interno di TikTok ora restituisce come risultato un messaggio dell'app che informa come "questa frase potrebbe essere associata a comportamenti che incitano all'odio" e che rimanda alle linee guida sull'utilizzo della piattaforma.

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