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Neologismi digitali nella lingua italiana: ecco da dove provengono

Da dove provengono le parole come troll, avatar, hashtag o meme che oggi giorno vengono quotidianamente utilizzate nel linguaggio digitale? Cerchiamo di scoprirlo.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Il mondo della tecnologia ed in particolare quello del digitale ha ormai conquistato non solo i più piccoli, i più giovani e i più esperti, ma anche coloro che a primo impatto potrebbero non essere poi considerati pronti al particolare ecosistema. Con essi, la conquista del digitale, sembra aver intrapreso anche la strada della lingua italiana e nella quotidianità possiamo ritrovarceli in ogni dove e con origine a volte non propriamente tecnologica. Proprio su di essi, Tom Chatfield, giornalista del Guardian, ha identificato centinaia di neologismi generati dal mondo del digitale raccogliendoli in un libro dal titolo Netymology. Nella nostra lingua italiana ne fanno ormai parte decine e decine e con essi ormai tutti noi conviviamo nel linguaggio parlato di ogni giorno. Ma quale risulta essere la loro origine?

Partiamo ad esempio dalla parola "Hashtag". Una parola divenuta ormai di uso quotidiano grazie alla grande diffusione del social network Twitter. Il simbolo "#" fu battezzato cancelletto dagli ingegneri della Bell che lo inserirono nella tastiera telefonica come elemento speciale. Il termine addirittura risale agli anni venti dove in america veniva utilizzato per definire il peso in libbre. Addirittura nel 2012 il termine venne premiato come parola dell'anno dalla prestigiosa American Dialect Society.

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La parola "Meme" invece da un punto di vista del significato della parola stessa non è altro che una entità consistente in una informazione riconoscibile dall'intelletto, relativa alla cultura umana che è replicabile da una mente o un supporto simbolico di memoria. Storicamente fu codificato nel 1976 dall’etologo britannico Richard Dawkins. Odiernamente non è altro che una moda di replicare battute famose con frasi divertenti, o spezzoni di video comici.

"Avatar", non è altro che la trasfigurazione della nostra persona o individuo in una piccola immagine o icona rappresentativa che può essere a sua volta posta nei vari social network, forum o altri luoghi di aggregazione digitale. La sua origine sembra risalire al sanscrito e descrive la discesa del dio in forma terrena, giunge nel digitale con Neal Stephenson, anno 1992, dove lo menziona nel suo romanzo.

Nella posta elettronica oggi prende rilievo anche la parola "Spam". Lo spamming non è altro che l'invio di messaggi indesiderati, generalmente commerciali, tramite la posta elettronica. La sigla però prende spunto da “spiced pork and ham”, carne di maiale in scatola fabbricata dalla Hormel Food Corporation, famosa durante la seconda guerra mondiale per essere una delle poche carni che non subiva il razionamento.

La parola "Troll" viene definita dal vocabolario come uno gnomo maligno di grande taglia presente nelle maggiori fiabe scandinave. Ma il vero neologismo per quanto riguarda la tecnologia è un altro. Infatti è stato da qualche anno utilizzato per etichettare i provocatori che si infilano nei siti social molestando con frasi irritanti o senza senso nei confronti degli utenti. Proprio dai Troll segue la parola "Banned" che in qualche modo non è altro che la fine a cui potrebbero andare incontro proprio i molestatori su internet. L'origine del termine è latina e deriva da abandonum, composta dalla particella abda (separazione) e bandum (bandiera), e che indica quindi disertore.

Nel linguaggio odierno in molti utilizzano "LOL". Una parola che non risulta altro che essere l'abbreviazione di “Laughing Out Loud" o anche "Lot of Laughs" che significa proprio letteralmente risate a non finire. Negli anni ha subito varie modifiche come significato ed è divenuto abbreviazione anche per altri significati come “Lots of Love” (un sacco di amore) ma anche “Lots of Luck” (un mucchio di fortuna).

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